Agricoltura, Bergesio: "No a green deal ideologico che penalizza agricoltori a favore delle multinazionali"
La nota del senatore cuneese della Lega: "Un Paese che non tutela i suoi agricoltori, e tutta la filiera alimentare, è un Paese debole"“Il cosiddetto Green Deal europeo, così com’è stato concepito, non è una strategia per la sostenibilità, ma un manifesto ideologico che sta mettendo in ginocchio l’agricoltura italiana. Se fosse vero quanto scrive il quotidiano olandese De Telegraaf, sarebbero stati usati fondi europei per finanziare lobby ecologiste per orientare decisioni politiche a favore di un’agenda “verde” costruita nei palazzi e non nei campi. Il tutto a discapito di chi si alza alle 5 del mattino per produrre qualità, sicurezza alimentare e tutela del territorio. Non si può chiedere agli agricoltori italiani di salvare il pianeta mentre le multinazionali spingono cibo sintetico e modelli produttivi che cancellano la nostra identità. Questa non è transizione: è penalizzazione del nostro mondo agricolo. La vera sostenibilità parte dal reddito di chi coltiva la terra, non dai diktat di Bruxelles. È per questo che ho chiesto al Governo che l’Italia dica basta a questo approccio punitivo e ideologico con un cambio di rotta verso pragmatismo, semplificazione, sostegno concreto a chi lavora nei campi. Perché un Paese che non tutela i suoi agricoltori, e tutta la filiera alimentare, è un Paese debole. E noi non possiamo permettercelo”.
Così il senatore Giorgio Maria Bergesio, responsabile del Dipartimento agricoltura della Lega, che ha interrogato sull’argomento il Governo.

Giorgio Bergesio