"Servono occhi nuovi, coscienze libere. Solo allora la Cisl potrà tornare a essere ciò che era"
Vincenzo Battaglia, ex segretario generale della Filca CISL di Cuneo, attacca un sindacato che "ha dimenticato la sua radice, quel coraggio di stare dalla parte giusta anche quando era la più scomoda"Riceviamo e pubblichiamo.
C’è una storia che la CISL sembra aver perduto, come una voce che un tempo sapeva parlare al cuore del lavoro e che ora si è dissolta nel rumore delle convenienze. Era una storia fatta di mani callose, di assemblee vive, di uomini e donne che non cercavano applausi ma giustizia.
Oggi, di quella storia restano solo echi lontani, confusi tra le frasi di circostanza e le liturgie di un potere che non conosce più la fatica. La CISL - che un tempo fu casa per chi credeva nella dignità del lavoro — attraversa una crisi profonda, non solo di rappresentanza, ma d’anima. Si è smarrita nella ricerca di un equilibrio impossibile tra il mondo che cambia e la paura di perderne il controllo.
Ha dimenticato la sua radice, quel gesto antico di ascolto, quel coraggio di stare dalla parte giusta anche quando era la parte più scomoda. E intorno, troppi servili si sono inchinati, svendendo la propria libertà per un ruolo, una firma, un posto al tavolo. Uomini e donne che hanno lasciato che la paura spegnesse la loro voce, che hanno creduto che la dignità potesse essere sacrificata sull’altare dell’obbedienza. Così si è consumato, silenziosamente, il tradimento più grave: non verso un’organizzazione, ma verso l’essenza stessa del lavoro - la sua verità umana. Ma ogni storia smarrita può essere ritrovata.
Servono occhi nuovi, coscienze libere, e il coraggio di dire che il sindacato non è un ufficio, ma un grido di giustizia. Solo allora, forse, la CISL potrà ricordarsi di sé, e tornare a essere ciò che era: non un potere, ma una speranza.
Vincenzo Battaglia
Ex segretario generale della Filca CISL di Cuneo

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