Mario Roggero chiama a raccolta i sostenitori: “Venite in tribunale”
Mercoledì prossimo a Torino il gioielliere, condannato a 17 anni per l’omicidio di due rapinatori, renderà le sue dichiarazioni nel processo di appelloUn appello rivolto “a tutti i miei amici e sostenitori” che arriva da uno degli imputati più conosciuti d’Italia: Mario Roggero, il gioielliere di La Morra condannato a 17 anni di carcere per il duplice omicidio di Giuseppe Mazzarino e Andrea Spinelli e il tentato omicidio di Alessandro Modica, i tre rapinatori che il 28 aprile 2021 assaltarono la sua gioielleria a Gallo di Grinzane con pistola giocattolo e coltello.
Roggero invita chi gli è stato vicino in questi anni - molto hanno contribuito anche economicamente, su un conto aperto per le spese legali - a presentarsi mercoledì 3 dicembre al palazzo di giustizia di Torino. Qui, a partire dalle 9, in Corte d’Assise d’appello il gioielliere renderà le sue dichiarazioni spontanee.
“Per chiarire cosa è realmente accaduto nella rapina da noi subita il 28 aprile 2021” scrive in un post sul suo profilo Facebook, inviando anche le coordinate agli interessati: “L'udienza è pubblica e chiunque può partecipare presso l’aula 6, ingresso 15, piano seminterrato”.
Un altro colpo di teatro, forse non l’ultimo, in una vicenda processuale tormentatissima che ha visto avvicendarsi tre diversi difensori nel tempo. Roggero non si è negato in questi anni ai microfoni del tribunale e nemmeno a quelli delle televisioni: una circostanza, quest’ultima, stigmatizzata dagli accusatori che hanno chiesto per lui la conferma della pena comminata in primo grado. Più alta di quella che lo stesso pubblico ministero Davide Greco aveva proposto, fermandosi a 14 anni.
“Siamo anche noi vittime di questa tragedia” aveva detto il negoziante, oggi settantenne, nelle dichiarazioni rilasciate alla corte prima della sentenza di primo grado ad Asti. Solo dopo aver sentito urlare sua moglie, aveva detto, aveva afferrato la pistola e rincorso i malviventi fuori dal negozio: “Non c’erano più né i rapinatori né mia moglie, temevo l’avessero presa in ostaggio non riuscendo a completare la rapina”. Una versione tardiva e inverosimile, sostiene l’accusa, sulla scorta del video in cui si vede l’uomo armato passare di fianco alla donna uscendo dalla porta sul retro del negozio, verso il parcheggio.
Mercoledì saranno passati esattamente due anni, meno un giorno, dal verdetto che lo ha visto condannare. Una sentenza che lo lui spera di ribaltare anche con le sue parole, davanti a un pubblico pronto a sostenerlo.
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