Roggero ricoverato nella notte, a rischio rinvio il processo d’appello
L’uomo, oggi 71enne, è stato condannato in primo grado a 17 anni di reclusione e al pagamento di 480mila euro alle famiglie delle vittime e al terzo malviventeÈ a rischio di rinvio la prima udienza del processo di secondo grado per Mario Roggero, il gioielliere di La Morra condannato in primo grado a 17 anni di reclusione per l’uccisione di due rapinatori nel suo negozio di Grinzane Cavour. Davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Torino, il suo legale, l’avvocato Stefano Marcolini, ha reso noto che l’uomo, oggi 71enne, è stato ricoverato nella notte all’ospedale di Verduno per un sospetto infarto. Un nuovo rinvio alle 11 è stato disposto per consentire ulteriori accertamenti sulla salute del negoziante, ancora sotto osservazione medica.
Roggero è imputato di omicidio volontario plurimo e tentato omicidio, riguardo al ferimento del terzo malvivente. Il 4 dicembre 2023 la Corte d’Assise di Asti aveva gli aveva inflitto una pena superiore di tre anni rispetto alla richiesta del pm Davide Greco, che ne aveva chiesti 14. L’imputazione riguarda l’omicidio di Giuseppe Mazzarino, 58 anni, di Torino, e di Andrea Spinelli, 44 anni, di Bra, uccisi il 28 aprile 2021 dopo una rapina nel negozio di Roggero in frazione Gallo.
Quel giorno il commerciante aveva inseguito i tre banditi, tra cui anche il 34enne albese Alessandro Modica, sopravvissuto, esplodendo quattro colpi di pistola, tre dei quali andarono a segno davanti al negozio. Secondo la ricostruzione emersa dalle indagini i tre rapinatori armati di pistole giocattolo fecero irruzione nella gioielleria, prendendo in ostaggio la moglie e la figlia del titolare, presenti nel negozio.
Quando scattò l’allarme tentarono la fuga, ma Roggero estrasse una pistola calibro 38 e li inseguì nel parcheggio, sparando. Due dei tre furono colpiti a morte, mentre un terzo complice che era alla guida della macchina rimase ferito. La vicenda e la condanna di primo grado avevano scatenato un ampio dibattito sulla legittima difesa e sull’eccesso, che aveva coinvolto anche la politica, tra favorevoli e contrari.
Nell’escludere l’ipotesi della legittima difesa, la corte presieduta dal giudice Alberto Giannone ha osservato che “i colpi non sono stati sparati per la necessità di salvare sé o altri da un pericolo attuale mentre la rapina era in corso”, bensì “quando la rapina era già finita e i malviventi stavano salendo in macchina (anzi Modica vi era già salito) per darsi alla fuga”. Allo stesso modo viene ritenuta implausibile la linea difensiva sostenuta in udienza, cioè che il gioielliere avesse rincorso i banditi perché non si era reso conto che la moglie si trovava nel negozio e temeva fosse stata rapita: del presunto rapimento “non vi è traccia nelle prime dichiarazioni ‘giornalistiche’ dell’imputato” e gli unici elementi a supporto “si scontrano in maniera insuperabile con le circostanze di fatto che hanno caratterizzato l’azione di Roggero”.
Lo scorso dicembre, Roggero era stato colpito da un divieto di espatrio applicato dal tribunale del Riesame di Torino. Secondo i giudici stava pianificando una fuga in Tunisia, dopo aver aperto un conto corrente sul quale aveva trasferito 50mila euro, frutto della raccolta fondi per sostenere le spese legali. In primo grado la sentenza ha stabilito anche il pagamento di 480mila euro, immediatamente esecutivo, a beneficio delle famiglie delle due vittime e del rapinatore superstite, ora in carcere, a cui vanno 10mila euro.
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