Allevatori assolti, si chiude dopo dieci anni la vicenda della presunta truffa sui pascoli
Scagionata in quattro diversi processi la cooperativa “Il Falco” di Marene. A cinque allevatori era stata contestata l’indebita percezione di fondi per 2 milioniDopo dieci anni di inchieste e processi in due tribunali si chiude con una piena assoluzione la vicenda delle presunte truffe sui fondi europei per i pascoli, che aveva portato alla sbarra cinque allevatori. L’operazione “Heidi” della Forestale, condotta nel 2015, aveva condotto a quattro arresti e sequestri a carico a carico degli indagati, tutti collegati alla cooperativa “Il Falco” di Marene gestita dalla famiglia Borda.
La Procura di Cuneo contestava l’indebita percezione di contributi per oltre 2 milioni di euro nelle annate 2013 e 2014. Frode comunitaria e malversazione erano i reati per cui si procedeva nei confronti di E.G. (residente a Marene), A.G. (residente a Sant’Albano Stura), S.S. (residente a Cherasco), G.B. (residente nel Torinese) e A.B. (residente a Chiusa Pesio). Secondo gli inquirenti, i cinque imputati non avrebbero avuto diritto di percepire queste somme o perché chiedevano in concessione gli stessi terreni, o perché negli alpeggi indicati nelle loro carte non avrebbe mai pascolato nessun animale. Arpea, l’agenzia regionale preposta all’erogazione dei fondi europei, si era costituita parte civile contro tre degli allevatori.
I difensori degli imputati avevano rigettato l’impianto accusatorio facendo notare in primo luogo che i “modelli 7” consegnati ad Arpea non erano decisivi ai fini dell’accoglimento delle domande per i contributi. Quanto ai mappali degli alpeggi, era stata rilevata dagli avvocati l’impossibilità di escludere la presenza di tratti impraticabili o di sconfinamenti su terreni estesi per migliaia di ettari.
Assolti in primo grado dal tribunale di Cuneo, nel 2019, con la formula ampia dell’insussistenza dei fatti, gli accusati sono stati scagionati anche negli altri procedimenti svoltisi di fronte al tribunale di Civitavecchia. Qui nell’aprile 2023 era stato dichiarato non doversi procedere per tutti i reati relativi alle persone fisiche, mentre nel dicembre 2024 è arrivata l’assoluzione perché il fatto non sussiste nei confronti della cooperativa “Il Falco”. Il 4 luglio scorso, infine, l’ultima e definitiva sentenza di assoluzione nei confronti di Fabio Borda, all’epoca titolare della cooperativa assieme al fratello Diego e al padre Vittorio.
“Con quest’ultima sentenza del 4 luglio, in cui era contestata una presunta corruzione, a distanza di dieci anni è emerso che il fatto non sussiste con richiesta di assoluzione anche da parte del pm” spiega lo stesso Borda: “Un risultato che chiude una vicenda mediatica legata al mondo dei pascoli” aggiunge l’allevatore. Con le quattro sentenze, sottolinea, “viene fatta giustizia su un’indagine che fin dall’inizio ha lasciato qualche ombra e più di un dubbio”.

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