Approfittano del lockdown e svaligiano dieci appartamenti a Limone Piemonte: scoperti e denunciati
I fatti tra il 25 e il 30 novembre in un condominio che ospita per la gran parte seconde case, al momento inutilizzate. I Carabinieri sono risaliti a tre giovani tra i 25 e i 27 anniTre giovani tra i 25 e i 27 sono stati denunciati per furto aggravato e continuato in concorso dopo aver svaligiato dieci appartamenti a Limone Piemonte. I fatti si sono svolti tra il 25 e il 30 novembre all’interno del condominio “La Sorgente” di corso Nizza. Si tratta di una palazzina i cui alloggi sono per la maggior parte “seconde case” di proprietà di villeggianti, al momento inutilizzati a causa delle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria. Dieci appartamenti, a fine novembre, sono stati "visitati" dai ladri, che hanno tentato di introdursi, senza riuscirci, anche in altri tre alloggi dello stesso stabile: trafugati televisori, bottiglie di vino pregiato, capi di abbigliamento, consolle per videogiochi, dispositivi informatici e diversi altri oggetti.
Dopo l’allarme dell’amministratore del condominio i Carabinieri della stazione di Limone, coadiuvati dal Nucleo Operativo della Compagnia di Borgo San Dalmazzo, sono riusciti in pochi giorni a risalire ai responsabili. Si tratta come detto di tre giovani, tre "facce nuove" la cui presenza in paese in quei giorni non era passata inosservata: un venticinquenne di Cuneo di origini sarde, in possesso di un alloggio anche a Limone Piemonte, non lontano dal condominio "La Sorgente", e due amici da lui ospitati (una coppia di 25 e 27 anni), arrivati nella Granda quella settimana dalla provincia di Cagliari.
I Carabinieri hanno recuperato il bottino dei raid perquisendo lunedì 7 dicembre sia la casa di Cuneo che quella di Limone Piemonte, e hanno già avviato le procedure per la restituzione ai legittimi proprietari. All’interno delle abitazioni del giovane ritrovati anche gli arnesi da scasso, presumibilmente utilizzati per introdursi all’interno del condominio e degli alloggi svaligiati. Il giovane si è difeso spiegando che gli oggetti rinvenuti nelle sue abitazioni costituivano una particolare forma di “pagamento” dell’affitto da parte della giovane coppia da lui ospitata.
a.d.

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