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    BOVES - Friday 04 April 2025, 07:57

    Caso Nada Cella, il frate che raccolse le confidenze sul delitto non conferma nulla

    In aula ha parlato anche la cliente dello studio Soracco che telefonò mentre la giovane agonizzava: “Rispose una donna, aveva una voce concitata”
    in foto: padre Lorenzo Zamperin
    in foto: padre Lorenzo Zamperin
    Non ricorda più nulla padre Lorenzo Zamperin, il frate di Chiavari che nel 1996 raccolse le confidenze della madre di Marco Soracco sull’omicidio di Nada Cella. La giovane segretaria venne uccisa nello studio del commercialista dove lavorava.
     
    Il religioso, sentito dalla pm Gabriella Dotto quattro anni fa, aveva detto che la madre di Soracco subito dopo il delitto era andata da lui. Gli aveva detto che “era impossibile che fosse stato il figlio perché Nada era stata uccisa da una donna, poco seria e che conosceva, che si sarebbe invaghita del figlio”. Inoltre, le era stato consigliato di non dire nulla per proteggere proprio il figlio. In aula, al processo a carico di Annalucia Cecere (secondo la Procura l’assassina che uccise Nada per gelosia, e che pochi mesi dopo il delitto si trasferì nel Cuneese), il frate non ha confermato niente. Salvo sostenere che “quattro anni fa ho detto quello che ritenevo vero in quel momento”. Una testimonianza che ha fatto arrabbiare non poco la sorella di Nada, Daniela, per la seconda volta in aula.
     
    Dopo padre Zamperin è stata sentita una cliente di Soracco, Giuseppina Vaio. Un teste chiave per determinare l’orario del delitto, perché quel giorno chiamò per quattro volte in studio, prima che Soracco trovasse la sua segretaria agonizzante. “Prima non mi rispose nessuno. Poi una donna che mi disse che avevo sbagliato numero” racconta la Vaio, che descrive così la misteriosa interlocutrice: “Aveva una voce concitata. Come se fosse stata disturbata durante una cosa importante. Quando richiamai un’altra volta mi rispose Soracco che mi disse: ‘Ci sentiamo in un altro momento, perché hanno aggredito la mia segretaria’. Pensai a una rapina sul momento”.
     
    Poi è stata la volta di due amiche di Nada: Deborah Pagliughi e Sabrina Mariani. “Nada non amava quel lavoro - hanno spiegato entrambe - voleva andarsene via e forse Soracco lo aveva intuito. Non ci disse di avere scoperto strani giri in quello studio. Sapevamo che aveva ricevuto un mazzo di fiori e che dopo una settimana lui l’aveva invitata a uscire. Anche la madre di lui continuava a insistere per farli frequentare. Ma Nada addirittura usava uno sgrassatore in ufficio per pulire tutto quello che lui toccava. Non ci parlò mai di Annalucia Cecere”.
    Redazione
    luogo BOVES
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    Tag:
    omicidio - Cronaca - processo - chiavari - Annalucia Cecere - Nada Cella - Marco Soracco
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