Caso Nada Cella, parla la difesa di Annalucia Cecere: "Non ha commesso il fatto"
La legale dell'ex insegnante: "La verità si fonda su certezze. Invece in questo processo sono emersi elementi confusi e che non vanno oltre il ragionevole dubbio"Annalucia Cecere, la donna accusata di avere ucciso la segretaria Nada Cella il 6 maggio 1996 a Chiavari, "non ha commesso il fatto e non può diventare un capro espiatorio perché il clamore e l'indignazione portano alla necessità di trovare un colpevole”. È la versione della difesa della ex insegnante oggi residente nel Cuneese, riportata dall’Ansa: oggi in aula a Genova ha iniziato a parlare l'avvocata Gabriella Martin, che con il collega Giovanni Roffo difende l’imputata.
In otto punti, la legale ha mostrato quelle che secondo l’impianto difensivo sono le “falle” dell’accusa: tra queste la mancanza di rapporti con la vittima, la mancata presenza sul luogo del delitto, la falsa fuga da Chiavari, la disponibilità economica per il lavoro e l’assenza di un movente. "Cecere chiede di poter tornare a vivere libera da un’accusa che non le appartiene. Chiede la libertà di una donna innocente”, ha sottolineato la legale: “È doveroso individuare non una verità, ma la verità. E la verità si fonda su certezze. Invece in questo processo sono emersi elementi confusi e che non vanno oltre il ragionevole dubbio. Ci vuole la verità che rende giustizia. Invece qui c'è un racconto psicologico. Le emozioni, per quanto umane, non possono sostituirsi ai fatti, alle prove, alla verità. Non esiste prova certa come non ci sono indizi precisi e concordati che individuino Cecere come autrice reato, direttamente e neppure indirettamente".
Secondo la difesa, le due donne non si conoscevano. Cecere - ha detto ancora l’avvocata Martin - “non viene collocata sul luogo del delitto da nessuno e anche il bottone trovato sulla scena del delitto è diverso da quelli che le trovarono in casa. E poi quel giorno stava andando a lavorare a Santa Margherita".
L'ex insegnante, secondo la difesa, lasciò Chiavari "non per scappare da chissà cosa. Voleva iscriversi all'Università e le mancava l'ultimo anno integrativo per avere il diploma quinquennale".
Il 4 dicembre parlerà l'altro difensore, il 18 è prevista la sentenza.
CUNEO Cronaca

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