Il tribunale non riesce a telefonare in carcere: udienza annullata e nessuna sentenza
Il detenuto era a giudizio per una violazione del Daspo urbano. Nulla di fatto, perché non si sa se abbia rinunciato a presenziare: “Non ci rispondono da ieri”“Piange il telefono” nel palazzo di giustizia di Cuneo, dove un processo è stato rinviato perché non si riusciva a contattare al telefono il carcere di Cerialdo. Il giudice Elisabetta Meinardi, già ritiratasi in camera di consiglio per emettere la sentenza, ha dovuto gettare la spugna: non si è riusciti a capire, infatti, se l’imputato detenuto avesse rinunciato a presenziare o se non fosse stato tradotto per altri motivi.
“La casa circondariale non ha risposto alle telefonate della cancelleria né nel pomeriggio di ieri né questa mattina sicché non è stato possibile accertare le ragioni della mancata traduzione dell’imputato” ha fatto verbalizzare la magistrata, pregando per il futuro l’istituto penitenziario “di far pervenire a mezzo Pec eventuali espresse dichiarazioni di rinuncia”. Una procedura obbligata, dal momento che per legge l’imputato ha il diritto di presenziare a ogni udienza del procedimento, a meno che non decida altrimenti.
Mowlied Nour Elmi, cittadino somalo classe 1995, doveva essere processato per violazione del Daspo urbano. Una violazione in cui lo stesso soggetto, con undici precedenti penali a carico e molteplici alias, è già incappato più volte. Solo una settimana fa era stato condannato a sette mesi di reclusione dallo stesso giudice, per resistenza a pubblico ufficiale e inosservanza dei provvedimenti dell’autorità.
Si trattava di un episodio dell’ottobre 2023, quando la titolare del bar Bobo di corso Giolitti, a Cuneo, aveva allertato una volante di passaggio circa la presenza di un ubriaco che infastidiva i clienti: “Lo abbiamo riconosciuto perché si tratta di un soggetto noto ed era anche destinatario di Daspo urbano” ha spiegato l‘assistente Stefano Alacqua, precisando che il fermato “aveva un comportamento ostile e ha sputato in terra diverse volte”.
In occasione del processo di venerdì scorso, il trentenne aveva rifiutato sia di farsi tradurre in aula che di sottoscrivere la dichiarazione di rinuncia a comparire. In quel caso, però, il carcere aveva avvisato per tempo il giudice.
 CUNEO
 CUNEO              cuneo - immigrazione - carcere - Corso Giolitti - Tribunale - Polizia - Cronaca - daspo urbano - Giustizia - processo - Detenuti

 
           Condividi
 Condividi