La DIA pubblica il rapporto sull'attività del 2024: "Nella Granda diverse espressioni criminali"
Un rapporto di oltre quattrocento pagine nel quale viene analizzata provincia per provincia la presenza della criminalità organizzataLa Direzione Investigativa Antimafia ha pubblicato nei giorni scorsi la relazione sull’attività e sui risultati conseguiti nel corso del 2024. Un rapporto approfondito, di oltre quattrocento pagine, nel quale viene analizzata provincia per provincia la presenza della criminalità organizzata.
Si legge nell’introduzione: “Accanto alla ormai consolidata propensione ad adattarsi alla mutevolezza dei contesti socio-economici, che le organizzazioni mafiose hanno sviluppato e perfezionato nel tempo ed alla già concretizzata vocazione imprenditoriale, emerge nell’annualità in esame una sempre maggiore tendenza ad estendere e implementare ampie ed articolate capacità relazionali, particolarmente mirate al perseguimento di illeciti arricchimenti. Non di rado, l’accentuazione della vocazione economica delle consorterie si sposa, soprattutto nelle regioni trainanti per l’economia dove maggiore è la presenza imprenditoriale e più vivaci gli scambi finanziari, con la determinazione di evadere il fisco da parte di alcuni titolari di imprese che tendono ad aggirare le regole della libera concorrenza, ignorando i comportamenti fiscalmente corretti. Si tratta di fenomeni difficili da intercettare poiché in molti casi gli imprenditori, piuttosto che incolpevoli vittime dei mafiosi, ne diventano in qualche modo conniventi e complici. Quando, infatti, le tangenti frutto della prevaricazione delle consorterie vengono coperte da fatture fittizie, trasferendo il costo della mazzetta sul piano fiscale, si ottiene la convenienza da parte dell’imprenditore vittima a non denunciare l’estorsione”.
La criminalità organizzata in provincia di Cuneo
Secondo la DIA “numerose evidenze giudiziarie e investigative degli ultimi anni hanno dato testimonianza circa l’esistenza in provincia di diverse espressioni criminali”. Tra le altre, l’operazione “Alba Chiara” ha portato alla luce, nel 2011, il locale del basso Piemonte al confine con la Liguria, con competenza nei Comuni di Sommariva del Bosco e Alba e nelle province di Alessandria ed Asti. Si ricorda anche l’operazione “Altan” (giugno 2020) nella quale era emersa l’operatività del locale di Bra ed erano stati scoperti i collegamenti tra la consorteria piemontese e le famiglie ’ndranghetiste degli Alvaro e dei Grande Aracri.
Si legge nel rapporto: “La presenza di detenuti sottoposti a regime differenziato presso la Casa Circondariale di Cuneo espone il territorio a rischi di infiltrazione ad opera dei familiari che tradizionalmente tendono ad avvicinarsi quanto più possibile ai propri congiunti ristretti. Tra l’altro, con riferimento ad eventi criminosi che si perpetrano nell’orbita degli istituti di pena, si segnala un’attività conclusa dalla Polizia di Stato il 18 marzo 2024 con l’esecuzione di un provvedimento cautelare nei confronti di complessive 39 persone. Nello specifico, queste si sarebbero associate fra di loro allo scopo di introdurre, all’interno di diverse carceri italiane – fra le quali la Casa di Reclusione di Saluzzo – cellulari, droga ed armi mediante l’uso di droni fatti sorvolare sulle stesse strutture penitenziarie. Tutto ciò ‘con l’aggravante di aver commesso il fatto avvalendosi della forza di intimidazione promanante dalla notorietà dei gruppi camorristici di rispettiva appartenenza… ed in ogni caso … al fine di avvantaggiare, consolidandone il prestigio ed il predominio attraverso il controllo degli istituti penitenziari, le suddette organizzazioni mafiose di rispettiva appartenenza, tutte collegate al cartello dell'Alleanza di Secondigliano’”.
Per quanto riguarda l’attività di contrasto al narcotraffico, l’8 gennaio 2024 i Carabinieri hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 14 soggetti, prevalentemente di nazionalità albanese, ritenuti membri di un’organizzazione criminale dedita alla cessione di ingenti quantitativi di marijuana e cocaina nelle province di Asti e Cuneo. L’attività ha consentito di individuare ad Alba un’azienda agricola all’interno della quale veniva coltivata una vera e propria piantagione di cannabis.
Prosegue il rapporto: “Con riferimento alla criminalità di matrice straniera, risulta la presenza di sodalizi di origine albanese e nord-africana attivi prevalentemente nelle attività di spaccio e traffico di stupefacenti, nonché nel favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione di connazionali. A tal proposito, il 9 aprile 2024, la Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 13 soggetti facenti parte di un’organizzazione dedita all’importazione di notevoli quantitativi di cocaina e marijuana dalla Germania. La rete, attiva in tutto il centro-nord Italia e con base logistica in una frazione di Savignano sul Panaro (MO), era gestita da due coniugi albanesi che provvedevano poi a far pervenire lo stupefacente presso varie piazze di spaccio a Bologna, Modena, Massa Carrara, Cuneo e Milano. Nel corso dell’inchiesta sono stati, inoltre, monitorati alcuni viaggi dei corrieri in Ecuador, dove uno dei boss del sodalizio si recava con un falso passaporto da giornalista per conto di una testata belga. Il 14 maggio 2024, i Carabinieri hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro anticipato nei confronti di un cittadino albanese residente a Pocapaglia, avente ad oggetto una villa di pregio lì ubicata dal valore stimato eccedente il milione di euro e verosimilmente acquistata e ristrutturata con i proventi derivanti dal narcotraffico. Risultano, altresì, presenti anche gruppi criminali di origini ‘sinti’, tendenzialmente dediti alla commissione di reati predatori. La vicinanza con la Francia, territorio storicamente nelle mire della ‘ndrangheta, rende anche il cuneese una sorta di rotta di transito di immigrati clandestini”.
Redazione

cuneo - dia
commenti
Effettua il login per commentare