Nel garage di un bovesano era nascosto un laboratorio per “cucinare” il crack
Il 41enne arrestato dopo l’operazione “Mazinga”, che aveva già portato alla cattura di tre spacciatori. In sequestro anche un lacrimogeno militare, spadini e pugnaliNel garage di un’anonima abitazione bifamiliare a Boves si nascondeva un laboratorio per la produzione di droga su larga scala. La Polizia vi ha sequestrato oltre 150 grammi di cocaina, alcune dosi di crack già confezionate e pronte per essere immesse sulla piazza di spaccio, più 40 grammi di hashish e marijuana.
Il quantitativo di stupefacente sequestrato, debitamente tagliato, avrebbe potuto produrre circa 400 dosi di cocaina al prezzo medio di 100 euro al grammo o 600 dosi di crack, destinate alle piazze di spaccio di Cuneo, Boves e dei comuni limitrofi, per un giro d’affari stimato in oltre 40.000 euro. In manette il proprietario di casa, B.C., classe 1984, un pluripregiudicato italiano già denunciato per reati specifici e ora in carcere al Cerialdo.
È uno degli indagati dell’operazione “Mazinga”, la vasta inchiesta sullo spaccio a Cuneo avviata dalla Questura già a partire dal marzo dello scorso anno. Prima di lui erano finiti nel mirino per traffico di stupefacenti due italiani (R.A. e B.C.) e un albanese (T.I.), tuttora ai domiciliari. “Mazinga” è appunto il soprannome di uno dei tre signori della droga cuneesi, coinvolti in uno spettacolare arresto sulla tangenziale di Fossano lo scorso agosto. Tornavano da un incontro tenutosi a Casale Monferrato, nell’Alessandrino, per acquistare da un fornitore del posto. A bordo dell’auto su cui viaggiavano, i poliziotti avevano trovato un chilo e duecento grammi di cocaina, per un valore di circa 300mila euro: avrebbero potuto ricavarne oltre tremila dosi da smerciare, tramite i vari “operai”, sulle strade del quadrilatero e in piazza Boves.
Sulla base degli elementi raccolti, la Procura della Repubblica ha poi emesso 14 decreti di perquisizioni personali e domiciliari, nei confronti di altrettanti indagati, a vario titolo, tra le provincie di Cuneo e Alessandria. Le perquisizioni sono state eseguite a metà aprile scorso da oltre 60 poliziotti in servizio alla Questura di Cuneo, al Reparto Prevenzione Crimine di Torino e alle Squadre Mobili delle varie Questure, coordinate dal Servizio Centrale Operativo e con il supporto di unità cinofile della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza. Le perquisizioni hanno consentito di rinvenire ulteriori quantitativi di stupefacenti nelle abitazioni degli indagati e, in particolare, di individuare il garage-laboratorio a Boves.
La professionalità con cui il 41enne conduceva i suoi affari è evidenziata, sottolineano gli inquirenti, dalla presenza di uno strumento di misurazione artigianale tarato per quantitativi da 0,15 fino a 0,50 grammi e dal rinvenimento di sostanze utilizzate, di solito, per “cucinare” il crack. Sul posto gli agenti hanno sequestrato anche due bombolette di gas butano, da 100 e 250 ml: il gas è sovente usato per l’estrazione dell’olio di hashish, di cui però non è stata riscontrata traccia. Inoltre, sono stati rinvenuti appunti e la somma contante di 1.300 euro.
Un’ulteriore denuncia a carico del pregiudicato arrestato riguarda il possesso abusivo di armi. In casa sua, infatti, sono stati rinvenuti e sequestrati un fucile ad aria compressa ad alto potenziale, un lacrimogeno militare con cartuccia militare Nato, una parte di pistola lanciarazzi e altre parti di armi, oltre a spadini e pugnali modificati, il tutto illegalmente detenuto.
Redazione

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