Rapinatore aggredĂŹ due passanti in Cuneo vecchia, assolto un coimputato
La prima vittima, una donna, aveva detto di essere stata accerchiata da un gruppo di ragazzi in via Fossano. Un 62enne venne invece colpito alla testa e derubatoSi era parlato di âbaby gangâ, anche se i due presunti responsabili individuati in seguito avevano giĂ 24 e 22 anni, per descrivere un inquietante episodio di criminalitĂ risalente allâagosto del 2020. Vittime due passanti, una 40enne di Boves e un 62enne residente nel centro storico di Cuneo, che si trovavano a tarda sera in una zona ormai divenuta epicentro della âmovidaâ.
La donna era stata accerchiata da un capannello di giovani, uno dei quali lâaveva fatta cadere in terra nel tentativo di strapparle la borsa e il telefono. Solo il tempestivo intervento di unâagente di Polizia Penitenziaria aveva indotto lâaggressore, probabilmente alterato dallâalcol, a lasciare la presa e allontanarsi con i suoi amici. Circa mezzâora dopo, però, nelle immediate vicinanze un altro passante era stato travolto dal passaggio di un gruppo di ragazzi: colpito alla testa da uno di loro, si era ritrovato âalleggeritoâ del borsello.
Le indagini della Polizia hanno permesso di individuare la sera stessa il presunto responsabile, nella persona di Fabio Beoletto, classe 1996, residente a Centallo. Il 24enne ha in seguito patteggiato una condanna a un anno, sette mesi e venti giorni di carcere. Ha scelto invece di andare a processo lâaltro indagato, H.A., 22enne di origine marocchina. Secondo gli inquirenti questâultimo aveva spalleggiato lâamico in entrambi gli episodi, a cominciare dalla tentata rapina alla 40enne. La vittima ha riferito ai giudici di aver attraversato un capannello di ragazzi in via Caraglio, intorno alle undici e mezza di sera, accorgendosi poco dopo che uno di loro la stava seguendo in via Fossano: âMentre mi strattonava i suoi amici sono rimasti lĂŹ a sghignazzare, dicevano ânon farci caso, è ubriacoâ. Ă stata una brutta sensazioneâ. Di lĂŹ a poco lâagente Giulio Aita della Penitenziaria era accorso in strada, allertato dalle invocazioni di aiuto: âHo sentito le urla e ho visto una donna accerchiata da cinque o sei ragazzi. Uno di loro aveva un tatuaggio sul collo e un fazzoletto che gli copriva parte del viso, mi disse âstai tranquillo, è la mia ragazzaâ. Câera anche un altro ragazzo con la camicia a fiori e il cappello bianco, si spalleggiavano a vicendaâ.
Questo ragazzo sarebbe stato identificato, circa unâora dopo i fatti, come H.A.: quando i poliziotti lâavevano individuato, in base allâabbigliamento descritto, si trovava in corso Nizza ed era solo. Nessun elemento utile allâidentificazione è giunto dalla vittima della seconda aggressione, colpita alle spalle mentre rincasava dopo un prelievo bancario: âHo visto un mucchio di ragazzini che correvano e ho ricevuto una botta alla testa, poi non ricordo piĂš niente. Mi hanno portato via il borsello, con il telefono e due paia di occhiali. Il giorno dopo mi sono stati restituiti i documenti, il resto non lâho piĂš trovatoâ. H.A., pur professandosi estraneo ai fatti, ha accettato di risarcire entrambe le persone offese, non costituite in giudizio.
Allâesito dellâistruttoria, il sostituto procuratore Alberto Braghin ha chiesto per lui la condanna a cinque anni di carcere: âCâè unâagevolazione per quanto riguarda la tentata rapina e un concorso forse anche materiale nella rapina consumataâ ha affermato il rappresentante dellâaccusa. âNon si può condannare una persona solo perchĂŠ trovata con indosso una camicia a fioriâ lâobiezione dellâavvocato Leonardo Roberi, per la difesa: âNon è emerso che la fuga di Beoletto dopo il primo episodio sia stata agevolata da qualcuno. La vittima della seconda aggressione dice di essere stata colpita alle spalle e menziona un giovane che parlava âcon accento marocchinoâ, ma non è identificabile. Nel gruppo câerano piĂš stranieriâ.
Il collegio giudicante ha ritenuto infine di assolvere lâimputato per non aver commesso il fatto.
a.c.

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