Ubriaco in un bar di Cuneo, frantumò il vetro della volante: “Non ricordo nulla”
Erano occorsi sei poliziotti e carabinieri per fermarlo, uno di loro era stato ferito. “Quando bevo sono un altro, mi dispiace” ha detto l’accusato in aulaEra stata la titolare del caffè Minerva di Cuneo a chiamare il 112 di prima mattina, intorno alle 6,45. Gli operanti erano intervenuti in forze: ben sei tra poliziotti e carabinieri per placare la furia di M.D., poi finito a processo per resistenza a pubblico ufficiale, per le lesioni provocate a un brigadiere e il danneggiamento di una Seat Leon in dotazione alla Questura.
“Ero ubriaco in un locale, mi hanno detto che ho picchiato un carabiniere e gli ho fatto male ma io non ricordo” ha detto in aula l’imputato, un immigrato africano con un singolo precedente penale specifico: “Sono loro che mi hanno fatto male” ha aggiunto. La titolare del bar, ha ricordato il pm nella sua requisitoria, era “preoccupata per l’atteggiamento dell’imputato, in stato di manifesta ubriachezza”. L’uomo, noto alle forze dell’ordine per il suo lavoro nella sicurezza dei locali, aveva dato in escandescenze, colpendo in particolare uno dei militari: il referto del brigadiere, ha sostenuto l’accusa, “avvalora la descrizione delle lesioni, un calcio al polso destro e un pugno alla parte destra del torace”.
Poi c’erano stati i danneggiamenti, in particolare la distruzione del pannello posteriore di una volante e le lesioni sulla parte superiore di una portiera, culminate nella “creazione di una fessura”. Si aggiunge “l’ingiuria e il gesto di orinare nella sala equipaggi dei carabinieri”: circostanze per cui il sostituto procuratore Francesco Lucadello aveva chiesto una condanna a un anno di reclusione.
L’avvocato di parte civile ha fatto notare l’assenza di “un minimo sforzo nella condotta riparatoria”, mentre il difensore ha chiesto l’assoluzione per mancanza di elemento soggettivo. Dopo quell’episodio, risalente all’aprile del 2023, l’accusato era stato sottoposto a misura cautelare. In seguito è stato condannato per una rapina commessa a Torino, nel marzo 2024. “Adesso sono in carcere, ho perso tutto e sono stato accoltellato. L’unica cosa che posso fare è chiedere scusa per quel che è successo” ha detto, aggiungendo: “Ho lavorato nel settore della sicurezza, rispetto le leggi: mi hanno detto che quando bevo sono un’altra persona ed è così, mi dispiace”.
Il giudice Elisabetta Meinardi lo ha condannato a un anno e due mesi di reclusione, più il risarcimento di 1.250 euro per il brigadiere ferito e 500 euro per un’altra parte civile costituita.

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