Alfredo Cospito trasferito nel carcere milanese di Opera

"Alfredo Cospito verrà trasferito da Sassari al penitenziario di Opera a Milano”. Lo ha annunciato all’Ansa il suo avvocato Flavio Rossi Albertini. Ispiratore della Federazione Anarchica Informale, Cospito è in carcere dal 2012 ed è ora in attesa di giudizio nel processo di appello bis per gli attentati dinamitardi alla scuola allievi carabinieri di Fossano. Nella notte del 2 giugno 2006, insieme alla compagna Anna Beniamino, piazzò i due ordigni che esplosero senza provocare danni a persone. Per Cospito la Procura ha chiesto la condanna all’ergastolo, alla luce dell’aggravamento nell’imputazione: la Cassazione ha infatti stabilito che le bombe alla caserma “Dalla Chiesa” configurino il reato di strage politica. Detenuto in regime di 41bis, Cospito è in sciopero della fame per protesta da ottobre e nelle ultime settimane le sue condizioni di salute si sono aggravate.

 

"Cospito sarà ricoverato nel padiglione del Servizio assistenza intensificata della struttura carceraria meneghina di Opera in considerazione del suo stato di salute", spiega l'avvocato. Al Sai sono destinati i detenuti affetti da gravi patologie. Ieri il medico di fiducia di Cospito, Angelica Milia, aveva sostenuto che il detenuto era a "rischio fibrillazione", in considerazione del suo calo ponderale, e ne aveva sollecitato il trasferimento.

 

Sul caso è intervenuta anche Giorgia Meloni: “Credo che lo Stato non si debba far intimidire da chi pensa di minacciare i suoi funzionari", ha affermato la presidente del Consiglio. Scadranno il 12 febbraio i trenta giorni di tempo che il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha per rispondere all'istanza avanzata dal difensore di Alfredo Cospito per chiedere la revoca del regime del carcere duro disposto nei suoi confronti per quattro anni. Trascorsi i termini, e in assenza di una risposta da parte di via Arenula, il ricorso verrà considerato respinto. Sull'istanza finita all'attenzione del ministro Nordio, nei prossimi giorni, si esprimerà con un parere anche la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo.

Redazione