Bene Vagienna, padre e figlio a processo per un pestaggio in pizzeria
Un âraidâ contro lâuomo accusato di aver molestato una ragazza si concluse con scene da saloon in un dehor. Gli imputati avrebbero poi minacciato chi li aveva denunciatiFu una spedizione punitiva in piena regola quella messa in atto da un uomo residente a Bene Vagienna e dai due figli, e terminata con un violento pestaggio, danni a un bar-pizzeria nel centro del paese e tanta paura per gli avventori che vi trascorrevano un (fino ad allora) tranquillo sabato sera estivo.
In conseguenza dei fatti avvenuti il 6 agosto 2016, oggi R.G. è chiamato davanti al Tribunale di Cuneo a rispondere delle accuse di lesioni personali gravi, percosse, minaccia e danneggiamento. Insieme a lui è a processo per le stesse imputazioni anche il figlio F.G., che ha chiesto e ottenuto il rito abbreviato (il fratello minore di questâultimo, diciassettenne allâepoca dei fatti, verrĂ giudicato come minorenne).
Obiettivo del âraidâ era un operaio specializzato che il presunto ideatore dellâaggressione accusava di aver molestato la figlia. La vittima si trovava con la moglie nel dehor del âCrutin delle donneâ, insieme alla titolare della pizzeria e al suo compagno, loro amici intimi. Ă stato proprio quest'ultimo a riferire di aver visto i tre avvicinarsi al dehor e scagliarsi contro il malcapitato, colpendolo con il manico di unâascia che avevano portato e poi con le sedie del locale.
Due anziane signore, sedute nel dehor, erano finite a terra quando il loro tavolo era stato rovesciato e scagliato contro lâaggredito. Nel tentativo di interrompere la colluttazione anche il compagno della titolare era stato colpito da un pugno: sempre lui, in seguito, si era messo sulle tracce dellâautomobile su cui i tre uomini si erano dileguati dopo il pestaggio e l'aveva identificata, fornendo il numero di targa ai Carabinieri.
Dalla sua testimonianza e da quella della titolare del bar-pizzeria è emerso inoltre che i due imputati si erano poi recati altre due volte al âCrutin delle donneâ. In unâoccasione, il giorno dopo il pestaggio, R.G. avrebbe prima cercato di convincere la donna ad accettare un risarcimento per i danni subiti e poi proferito minacce nei confronti di chi aveva sporto denuncia. Una seconda volta, padre e figlio erano tornati insieme a un terzo uomo di nazionalitĂ albanese dopo la chiusura, mentre era presente anche la vittima dellâassalto. In entrambe le occasioni erano intervenuti i Carabinieri e dopo il secondo episodio a carico dei due uomini era stato disposto il divieto di avvicinamento al locale.
La proprietaria del âCrutinâ, nella sua deposizione, ha affermato che lâaggressione di cui era stata testimone e gli strascichi successivi non sono stati estranei alla scelta di abbandonare lâattivitĂ , che ha chiuso i battenti nel dicembre successivo: âA Bene Vagienna il mio era ormai bollato come un âbar malfamatoââ ha spiegato la donna, riferendo altresĂŹ dei problemi di salute affrontati nello stesso periodo.
Il prossimo 18 ottobre lâudienza delle altre parti offese e la prevista sentenza di entrambi i procedimenti.
a.c.

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