Il padre picchia la madre in auto, il figlio chiama i carabinieri
Condannato un marocchino residente a Villafalletto, dopo la denuncia della moglie: lei voleva divorziare, lui pretendeva che rinunciasse alla casaEra stato il figlio a chiamare i carabinieri dopo aver visto il padre aggredire la madre in auto: “Mi ha colpita con un pugno alla testa, io per difendermi ho allungato la mano e gli ho graffiato il volto” ha raccontato in tribunale la donna, affermando di essere stata ulteriormente colpita alla tempia e al volto. L’aggressione, avvenuta nel dicembre scorso, era proseguita anche dopo che i due erano tornati a casa: “Mi strappava i capelli e mi ha anche strangolata con il velo che avevo al collo”.
I due coniugi, marocchini residenti a Villafalletto, stavano accompagnando il figlio alla stazione di Fossano. Il motivo delle liti tra loro, dice l’autrice della denuncia, è il fatto che lei aveva scoperto l’infedeltà del marito e intendeva divorziare: “La casa è a mio nome, anche quella del Marocco. Lui pretendeva che vi rinunciassi, quando sentiva di parlare di divorzio rideva”. Oltre alle risate di scherno, però, c’erano le violenze. Quelle per cui lui è stato condannato a un anno e dieci mesi di reclusione. Insieme alle lesioni (l’imputazione contestata dalla Procura era di maltrattamenti), il giudice Francesca Grassi ha ritenuto provati anche il furto del cellulare di lei e le minacce, mentre solo per l’ipotesi di violenza privata l’accusato è stato assolto.
Per lui il pubblico ministero Anna Maria Clemente aveva chiesto quattro anni e sei mesi di carcere. Già in fase di indagini erano stati disposti l’allontanamento dalla casa familiare e il divieto di avvicinamento alla persona offesa, con l’imposizione del braccialetto elettronico. Oltre all’episodio in auto, la donna ha denunciato di essere stata in ospedale dopo aver subito un calcio: “Mi hanno trovato due costole rotte” ha ricordato la persona offesa, menzionando una discussione nata perché “quel giorno volevo parlare con l’amante di mio marito insieme a lui”.
“La figlia conferma di aver visto sua madre rientrare con i lividi in faccia e di averla vista piangere frequentemente” ha sottolineato il pubblico ministero nella requisitoria. Per l’avvocato Davide Basso, difensore dell’uomo, rileva il fatto che la vittima “ha riferito di non essere così sottoposta alla pressione psicologica del marito e confermato più volte di non aver mai avuto paura”. Anche in occasione dell’episodio avvenuto in auto, la signora aveva ammesso di avere a sua volta schiaffeggiato l’uomo: “Una situazione che certo non giustifica il comportamento del marito, ma in cui si innestavano confronti da entrambe le parti”.
Andrea Cascioli

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