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    SANT'ALBANO STURA - Tuesday 17 June 2025, 12:05

    In mezzo ai campi si nascondeva il covo dei ladri, traditi dalle telecamere dei comuni

    Dodici indagati nell’operazione “Me òm” della Squadra Mobile, in sequestro 13mila euro, oro e preziosi: “Nessuno aveva un reddito da lavoro”
    In mezzo ai campi si nascondeva il covo dei ladri, traditi dalle telecamere dei comuni
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    Come nella fiaba di Alì Babà e i quaranta ladroni c’era un covo inaccessibile, celato nel cuore della pianura cuneese, dove i criminali si ritrovavano per programmare i colpi e gli spostamenti.
     
    Si tratta di un’area rurale molto vasta ma invisibile ad eventuali osservatori esterni, dove le donne del gruppo accompagnavano i loro uomini nascosti nelle auto: “me òm” (“il mio uomo”, in piemontese) è appunto l’espressione con cui le figure femminili si riferivano a loro nelle telefonate, evitando nomi propri. Una cautela che non è bastata ad evitare che la Squadra Mobile ripercorresse le loro tracce, non senza un complesso lavoro investigativo. Otto uomini e quattro donne di varia età sono i componenti del sodalizio a cui è contestata anche l’associazione per delinquere.
     
    Sono sinti cuneesi stanziali, residenti tra Sant’Albano Stura, Trinità e Magliano Alpi. Questa mattina le manette sono scattate ai polsi di cinque di loro, tutti uomini, compreso uno dei due ricettatori della banda: sono ora in carcere, tre a Cuneo, uno ad Asti e uno a Vercelli. Per altre quattro persone c’è invece l’obbligo di presentazione all’autorità giudiziaria, per i restanti tre la denuncia a piede libero. 
     
    Una decina i colpi menzionati nell’ordinanza e riconducibili con certezza alla banda, formata da soggetti di alto spessore criminale. Si ipotizza però, in base all’esito delle perquisizioni, che sia la punta di un iceberg. Nelle case dei vari indagati gli agenti hanno sequestrato circa 13mila euro in denaro contante, oro e preziosi, più un centinaio di grammi di marijuana e gli immancabili “attrezzi del mestiere”: i teli da wrapping apposti sulle auto per modificarne la colorazione, le targhe false, gli arnesi da scasso e i set di barbe, baffi e parrucche da indossare con cura prima ancora di entrare in macchina. C’erano anche un jammer telefonico per disturbare le frequenze dei cellulari alla bisogna e uno spray immobilizzante, con cui venivano neutralizzati eventuali cani da guardia prima che potessero dare l’allarme.
     
    Niente era lasciato al caso, come testimonia la meticolosità con cui i ladri alteravano le targhe avendo cura di individuarle su auto compatibili, per modello e colorazione, con quelle utilizzate nei colpi. Tre le auto individuate, una Bmw, un’Audi A4 e una Volvo V60, intestate a un prestanome senza patente che era anche l’unico ad avere un’attività lavorativa reale. Tutti gli altri, spiega il procuratore di Asti Biagio Mazzeo, “sono persone che a zero reddito dal punto di vista dell’anagrafe tributaria, ma con un tenore di vita elevato”.
     
    Delinquenti professionisti, disarmati e attenti a pianificare i colpi in modo da evitare qualsiasi possibile intromissione: colpivano case vuote forzando gli infissi, sempre con lo stesso modus operandi. Da novembre sono state svaligiate abitazioni nelle aree di Cuneo, Saluzzo, Alba, Fossano e Dronero. L’ultimo furto, a Gorzegno, risale al 9 maggio: gli agenti hanno recuperato parte della refurtiva.
     
    “Tra i soggetti - spiega la dirigente della Squadra Mobile, Mariella Faraco - emergono figure femminili le cui condotte fanno da sponda a quelle messe in atto dagli esecutori materiali dei furti”. Gli “anziani”, un gruppo di sessantenni, pianificavano le azioni. I più giovani, venti o trentenni, costituivano le “batterie” poco prima delle trasferte. Gli arrestati hanno precedenti specifici: uno di loro, anni fa, fu trovato in possesso di quattro chili e mezzo di oro e diamanti durante una fuga.
     
    “È una delle operazioni più importanti in questo contesto, anche per la vastità del territorio interessato. Per ogni episodio delittuoso sono state verificate le telecamere sul territorio, si è fatto un lavoro certosino per mettere assieme i vari elementi testimoniali e le analogie nel modus operandi” dice il questore Carmine Rocco Grassi: determinanti, per inchiodare i malviventi, le telecamere di videosorveglianza dei comuni. Una raccomandazione la Questura la rivolge anche alla cittadinanza, specie a chi vive in aree isolate: “Ribadiamo l’importanza di segnalare situazioni anomale, come il passaggio sospetto di auto mai viste in zona o l’annotazione di targhe”.
    Andrea Cascioli
    luogo SANT'ALBANO STURA
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    sant'albano stura - Magliano Alpi - Trinità - Questura - Polizia - Cronaca - Sinti - Squadra Mobile - Mariella Faraco - Carmine Rocco Grassi - Biagio Mazzeo
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