Parte lâistruttoria per il crollo del viadotto di Fossano
Il primo teste ascoltato dal giudice è il responsabile territoriale dellâAnas: âIl calcestruzzo era perfetto, mai notati danni superficialiâCi sono voluti sei anni per iniziare lâistruttoria a carico di dodici imputati per il crollo del viadotto di Fossano. Alla sbarra sei funzionari dellâAnas e sei tecnici ed operai delle aziende che eseguirono i lavori di costruzione e le successive riparazioni.
Il primo testimone che il giudice ha ascoltato è lâingegner Angelo Gemelli, responsabile della struttura territoriale di Anas per il Piemonte e la Valle dâAosta. Gemelli è anche il funzionario che ha curato, per conto dellâente stradale, la rimozione della campata crollata e lâappalto per la ricostruzione. Dopo il crollo del 18 aprile 2017, ha spiegato, si cercò subito di capire cosa avesse provocato il disastro: âConsiderando che lâintera tangenziale era nella stessa tipologia costruttiva, abbiamo fatto una verifica a tappeto sui cassoniâ. Le verifiche sulla campata adiacente a quella distrutta erano partite un mese dopo, con una serie di scassi: âAbbiamo rilevato che i cavi non presentavano elevati livelli di ossidazione. Alcune volte però erano completamente a vista, segno che non era presente la boiacca che si sarebbe dovuta stendere allâepoca della realizzazioneâ.
La boiacca, un impasto di cemento e calce utilizzato in edilizia per riempire le fessure, è il punto dolente nellâinchiesta condotta dalla Procura: secondo i periti dellâaccusa, infatti, fu la negligenza nelle operazioni di iniezione della sostanza, allâinterno delle guaine dei cavi di precompressione, a provocare il collasso del cavalcavia. Un lavoro eseguito con imperizia, ma non per cercare di risparmiare sui materiali (il costo è irrisorio). Le parti dei cavi rimaste scoperte si sarebbero logorate a poco a poco fino a cedere. âSembrava la classica situazione in cui una temperatura troppo bassa può provocare un distacco, ma questo è solo un mio pensieroâ ha precisato lâingegner Gemelli. Di certo câè che âquanto accaduto ha portato alla conoscenza di una problematica che prima non si conoscevaâ.
Le precedenti ispezioni, attuate durante i normali giri di sorveglianza, non avrebbero fatto emergere lâesistenza di danneggiamenti superficiali: âLa qualitĂ del calcestruzzo nei cassoni era perfetta, non câerano neanche lesioniâ ha aggiunto il teste. La decisione di distruggere e ricostruire anche la campata parallela, ha spiegato, dipendeva solo dal fatto che gli accertamenti erano cosĂŹ invasivi da comportare possibili problemi strutturali. Dopo il crollo, Anas ha realizzato un intervento di intasatura sulle guaine scoperte con le resine. Ă stata poi rifatta lâimpermeabilizzazione sugli impalcati e realizzata una pavimentazione piĂš leggera. Su tutto il percorso della tangenziale è in corso la ricostruzione dei vecchi viadotti, il cui completamento in direzione Asti è previsto entro pochi mesi.
Lâ11 luglio verranno escussi altri due testimoni. Il pm ha rinunciato invece a convocare il maresciallo aiutante Giuseppe Marcigliano e il carabiniere Vincenzo Matera: i due militari quel giorno erano in via Marene, impegnati in controlli stradali. A pochi metri da loro, la volante venne investita dalla caduta del cavalcavia.
Andrea Cascioli

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