Botte da orbi dopo le avances al ristorante, finiscono a processo in quattro
Tre clienti e un ristoratore sono accusati di rissa per un episodio accaduto a Camerana. “Avevano bevuto un pintone di limoncello” sostiene il gestore del localePiatti e bicchieri in frantumi, divisori in plexiglass sfasciati, un fungo riscaldante reso inservibile e almeno un naso rotto. È il bilancio di una rissa scoppiata, tra i fumi dell’alcol, nella sala di un ristorante di Camerana, dopo una lauta cena agostana e più di qualche bicchiere di troppo.
Scorreva soprattutto il limoncello, ricorda il titolare del locale: “Ne avevano bevuto un pintone”. Dopo la baruffa fra clienti, risalente al 2021, si è ritrovato con circa un migliaio di euro di danni e si è costituito parte civile nei confronti di tre imputati. Il quarto è il suocero del gestore, a sua volta accusato di lesioni da uno degli avventori: sostiene di aver ricevuto da lui un pugno sul naso. Per gli altri le imputazioni sono anche, a vario titolo, quelle di rissa, danneggiamento e violenza privata.
Due le tavolate coinvolte. In una sedevano G.C. e il cognato A.M., arrivati dalla Liguria insieme alle rispettive compagne. In un’altra c’era S.T. con la sua fidanzata. A scatenare la zuffa sarebbero state proprio le “confidenze” eccessive nei confronti di quest’ultima: “Un uomo al tavolo delle due coppie accarezzava la spalla alla fidanzata di S.T.” conferma un cliente seduto a un’altra tavolata, dove si stava festeggiando un addio al celibato. “È stata una baruffa generale, ma non saprei dire chi abbia iniziato” aggiunge, facendo sapere di aver assistito ai danneggiamenti e di aver visto “un uomo che perdeva sangue dal naso”.
Anche un altro dei presenti all’addio al celibato ricostruisce la medesima dinamica, sostenendo di aver creduto che le tre coppie fossero in realtà un unico gruppo di amici: “Quando li ho visti erano già allo stesso tavolo, pensavamo che stessero scherzando”. La moglie di G.C. e sorella del coimputato A.M. definisce con il pudico aggettivo “allegretti” i presenti, in riferimento al loro stato di alterazione alcolica. Secondo altri testimoni, le due donne avrebbero bevuto tanto da sentirsi male e allontanarsi sul piazzale. G.C. e A.M., a quel punto, avrebbero iniziato a rivolgere pesanti avances sia verbali che fisiche alla fidanzata di S.T., in quel momento lontano dal tavolo. Nessuna violenza, giura la signora, fino al sopraggiungere di un cameriere che aveva preso a pugni suo marito: “Chi aveva dato il pugno ci ha anche insultati dicendo ‘andate fuori, terroni di m…’”.
Versione ben diversa quella offerta dal titolare del ristorante, sopraggiunto di lì a poco, che afferma di aver avuto il suo bel daffare a cercare di contenere dapprima la furia di S.T. e poi i propositi vendicativi degli altri due contendenti: “Uno di loro diceva ‘io sono stato in galera e non ho problemi a ritornarci’ e affermava di voler uccidere mio suocero. Nel frattempo una delle mogli aveva rubato le chiavi di un’auto, appartenente alla fidanzata di un nostro dipendente. Dicevano che le avrebbero restituite se gli avessi portato il colpevole”. Solo l’arrivo dei carabinieri, alla fine, aveva placato gli animi.
Una “coda” ulteriore della medesima vicenda è all’esame del giudice di pace di Mondovì, dove si procedere per lesioni. Il prossimo 12 dicembre in tribunale a Cuneo verranno ascoltati gli ultimi testimoni.

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