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    GARESSIO - Monday 22 September 2025, 16:08

    Cane tenuto legato alla catena a Garessio, l'esposto di Stop Animal Crimes

    L'associazione lamenta il mancato intervento di Carabinieri Forestali, Polizie Locali e altre autorità malgrado le ripetute segnalazioni
    Cane tenuto legato alla catena a Garessio, l'esposto di Stop Animal Crimes

    Per quattro giorni gli attivisti di “Stop Animal Crimes Italia” e dell'associazione savonese “Equilibrio a 6 zampe” hanno rincorso telefonicamente Carabinieri Forestali, Polizie Locali e altre autorità per permettere ad un cane legato a catena nella periferia di Garessio, esposto a predazioni, di essere liberato (e al proprietario di essere sanzionato). “Per ben quattro giorni - si legge in una nota di Stop Animal Crimes - non c’è stato verso di far applicare la legge Regione Piemonte che vieta l’uso della catena. Nessuna verifica sulla proprietà dei cani, sprovvisti anche di microchip, nonostante il proprietario sia persona nota e in passato già sanzionato per il reato di maltrattamento animale. Solo l’intervento di una guardia zoofila ha persuaso il proprietario a sistemare i cani in luogo idoneo; figura, quella della guardia zoofila, che pian piano si sta cercando di imbavagliare e subordinare al controllo di quegli stessi enti pubblici che peccano di inerzia”.
     
    L’associazione ha depositato un esposto alla Procura della Repubblica per capire "perchè le Autorità pubbliche preposte all’osservanza delle leggi a tutela degli animali interpellate non abbiano agito nella immediatezza dei fatti, nonostante le evidenti violazioni (assenza microchip, catena fissa, cuccia fatiscente) e le condizioni del cane (isolamento etologico e esposizione al clima esterno e a predazioni), lasciando il cane in quelle condizioni, ritenute illegali dalle leggi”.
     
    Nell’esposto si chiede anche che venga punito per il reato di maltrattamento animali il proprietario degli animali, oltre al sequestro degli stessi. 
     
    Prosegue la nota: “Depositeremo al Procuratore della Repubblica di Cuneo e ad altri Procuratori un rapporto tecnico giuridico, attraverso cui adottare una nuova linea che vede nella Polizia Giudiziaria, tutta, l’Autorità che ha facoltà di legge di accertare de plano il reato di maltrattamenti animali; leggi locali, nazionali e consolidata giurisprudenza inoltre stabiliscono che il maltrattamento animale non va certificato obbligatoriamente da un medico veterinario, in quanto desumibile dal patrimonio di comune esperienza e ciò perchè anche un bambino si accorgerebbe di un cane o un gatto sofferente. Non esistono infine - come spesso si sente affermare da addetti ai controlli come Carabinieri Forestali o veterinari Asl - cani da lavoro che possano vivere legati perennemente a catena o reclusi al buio. Fino a quando il benessere degli animali dipenderà dai referti delle Asl veterinarie, che pur frequentando quotidianamente gli allevamenti zootecnici non vedono i cani legati o privi di cucce, e dalla errata e nociva convinzione di Magistrati e Forze dell’Ordine di ritenere le Asl veterinarie l’organo esclusivo all’uopo deputato, continueremo a vedere cittadini e associazioni rodersi il fegato di fronte all’inerzia nell’applicazione delle leggi su migliaia di cani legati a catena, isolati nelle campagne, nello sporco, privati di ripari coibentati, abbandonati e maltrattati senza socializzare con nessuno e che al massimo del netto di un controllo verranno collocati in zone nascoste o peggio uccisi. Inadempienze istituzionali che portano all’aumento di episodi di giustizia “fai da te” come furti di animali e altri reati o fatti illeciti connessi”.

    Redazione
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    Garessio
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