L’ombra degli abusi sessuali sul figlioccio: ma in aula la madre nega tutto
La vittima è un ventenne, oggi vive in comunità. “Prima mi diceva queste cose e poi negava” ha raccontato la mamma, ridimensionando anche i maltrattamenti subitiÈ una vicenda familiare torbida, nella quale rientrano anche sospetti di abusi sul figlioccio, un ragazzo poco più che ventenne con gravi disagi psichiatrici. “La storia di un bambino che cresce in solitudine con la madre, abbandonato dal padre” sintetizza la psichiatra che il tribunale ha incaricato di esaminare il giovane.
Il patrigno, un uomo di origine albanese residente a Mondovì, è oggi a processo per maltrattamenti e violenza sessuale. A far scattare le indagini era stata la denuncia della moglie, nel settembre 2023. In precedenza l’imputato aveva già patteggiato una condanna per maltrattamenti nei confronti di lei. La donna è comparsa in tribunale, questa volta, per testimoniare nel processo in cui è parte offesa suo figlio: “Non trovava lavoro e litigava con me. Lui voleva usare i soldi dell’invalidità di mio figlio e io no, litigavamo per questo” ha spiegato ai giudici.
Nessuna menzione dei fatti più gravi, le molestie sessuali che lei stessa aveva denunciato, affermando di aver saputo dal figlio che il patrigno in un’occasione si era spogliato nella sua stanza e aveva preteso un rapporto completo. “Prima mi diceva queste cose e poi negava” ha detto la testimone, ridimensionando l’accaduto. Poche conferme anche sugli altri episodi menzionati, come le minacce di cui lei stessa sarebbe stata oggetto. Una sentenza aveva condannato l’uomo per percosse e minacce con l’uso di un coltello: “Era geloso, voleva una moglie come una volta ma io non facevo il pane e altre cose”.
Gli abusi si sarebbero protratti per un anno, secondo quanto era stato dichiarato in querela. La difesa ha sollevato il sospetto che fosse stata lei stessa a suggerire al figlio cosa dire, ma gli approfondimenti sul punto sono stati bloccati perché porrebbero l’eventualità di un’accusa di calunnia nei confronti della donna. Madre e figlio oggi vivono in comunità, nei confronti dell’imputato vige un divieto di avvicinamento.
La psichiatra ha definito “lucido, coerente e privo di alterazioni gravi” il ragazzo, ricoverato in passato per episodi depressivi “senza tratti deliranti”. I giudici ascolteranno la sua deposizione, a porte chiuse, il prossimo 4 febbraio.

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