"Non ho mai alzato le mani. I lividi? Il bar era piccolo...": respinge così le accuse di maltrattamento
L'imputato accenna anche al fatto che le discussioni nascessero per una certa suscettibilità da parte della vittimaUn bar che doveva essere un progetto di coppia, ma che poi è diventato un vero e proprio incubo. Tra litigi e maltrattamenti, la situazione era diventata ingestibile e aveva portato alla inevitabile rottura. Il 27 gennaio è andata in scena l'udienza che ha visto come imputato C.R per maltrattamenti nei confronti della sua ex compagna, con cui aveva aperto un bar in valle Tanaro. A prendere la parola sono state una conoscenza della parte offesa e la zia di quest'ultima. La prima ha parlato di come la ragazza fosse arrivata in lacrime in un locale. "Avevamo mangiato in pizzeria, ad un certo punto è arrivata la sua macchina. Piangeva, era sotto shock. Ci siamo avvicinati per chiedere, riusciva poco a parlare, ma da quello che aveva detto era stata menata. La giacca era strappata, continuava a piangere. Cercava di spiegare, si sono avvicinati quelli che la conoscevano di più". Inoltre l'amica ha aggiunto anche un altro dettaglio, relativo agli occhiali della parte offesa, affermando che fossero piegati.
La zia invece ha confermato la linea dei maltrattamenti da parte dell'imputato. Riceveva telefonate da parte della nipote, spiegando come più volte era partita improvvisamente dal luogo di residenza per andare a sostenerla dopo aver ricevuto le chiamate da parte sua. "Reazioni di rabbia da parte del fidanzato. Più volte le dicevo di mollare, ma non si staccava. Altrettante volte mi ha chiamato per chiedermi di venire lì". La situazione era appesantita anche dalle minacce verbali di C.R.. La zia inoltre ha fatto riferimento anche alla presenza di lividi sulle gambe della nipote.
L'imputato, da parte sua, ha invece rigettato ogni accusa di maltrattamento e anche di violenza. "Ogni cosa che le dicevo lei la prendeva come un'offesa, era suscettibile. Non le ho mai messo le mani addosso, i lividi era facile procurarseli nella piccolezza del locale". Sull'episodio che ha visto la rottura definitiva tra le parti invece si è espresso così: "La giacca era già strappata sul gomito. Gli occhiali? Non erano piegati".
Il giudice ha disposto il rinvio dell'udienza al 10 marzo per l'ascolto dei testimoni da parte della difesa.
Piero Coletta

violenza sulle donne - Valle Tanaro - donne - Maltrattamenti - Cronaca - locali - processo