Rapina al titolare di una sala slot a Mondovì, a processo un pregiudicato

 

Avrebbe atteso il titolare di una sala giochi situata a Mondovì per derubarlo dell’incasso giornaliero. Un bottino di 500 euro in banconote, quello che l’esercente cinese ha denunciato ai carabinieri indicando anche il probabile responsabile del crimine commesso ai suoi danni.

 

Si tratta di B.Z., cittadino marocchino residente a Mondovì e pluripregiudicato per reati contro il patrimonio. L’uomo era un frequentatore abituale del locale in corso Italia, già rapinato da un altro habituè nell’ottobre del 2018. I fatti per cui è a processo B.Z. risalgono invece al 5 febbraio dello scorso anno: i militari del Nucleo Operativo Radiomobile erano intervenuti a seguito della chiamata ricevuta dal derubato. L’esercente si esprimeva a fatica in italiano ma aveva mostrato ai carabinieri le immagini di un filmato dove un ragazzo in abiti scuri, con il cappuccio calato in testa, si portava dietro al bancone in prossimità dell’area riservata ai dipendenti e aspettava che il titolare uscisse per aggredirlo.

 

Malgrado il tentativo di nascondere i soldi che teneva in mano, il cinese era stato costretto con la forza a cedere. Nel filmato l’aggressore è ripreso di schiena per la maggior parte del tempo, ma l’autore della denuncia lo ha in seguito descritto e riconosciuto nelle fotografie mostrategli in caserma. Nella successiva perquisizione, gli uomini dell’Arma avevano rinvenuto e sequestrato nell’abitazione del sospettato una felpa con cappuccio ritenuta compatibile con quella del rapinatore.

 

B.Z. era stato condannato nel novembre scorso per un tentato furto in concorso risalente al 2018: in quell’occasione, insieme a un altro nordafricano aveva utilizzato una bicicletta come ariete per forzare l’ingresso di un negozio di parrucchiera. Pochi giorni dopo invece era stato assolto dal tribunale di Cuneo per una rissa a colpi di bottiglie di vetro scatenatasi in un’altra sala slot di Mondovì.

 

Il processo è stato rinviato al 6 ottobre per ascoltare la parte offesa e per il completamento dell’istruttoria.

a.c.