Si muovevano con auto truccate per svaligiare appartamenti tra Piemonte e Veneto: arrestati in tredici
Gli indagati, fermati ieri mattina dai Carabinieri al termine dell'operazione "Yeti", appartengono alla comunità sinti di San Damiano d'AstiÈ di tredici arresti il bilancio dell’operazione “Yeti”, condotta dai Carabinieri del Reparto Operativo del Comando provinciale di Cuneo. Le indagini, iniziate a settembre del 2024, hanno permesso di sgominare una banda dedita ai furti in appartamento, che aveva colpito in provincia di Cuneo (nella zona di Ceva) e in provincia di Asti, ma soprattutto in Veneto, tra Vicenza e Verona. Gli indagati, accusati di furto aggravato in concorso, appartengono alla comunità sinti di San Damiano d’Asti: sono stati arrestati ieri mattina, martedì 3 giugno. Tutti uomini, hanno tra i 24 e i 60 anni e appartengono a una sorta di nucleo famigliare “allargato”. In totale ventotto gli episodi contestati: sette furti tentati, altri ventuno consumati.
L’operazione è stata illustrata stamattina in una conferenza stampa organizzata presso il comando provinciale dei Carabinieri di Cuneo, alla presenza del procuratore della Repubblica di Asti Biagio Mazzeo. “È stata una delle operazioni di maggior rilievo condotte nell’ultimo periodo in questo territorio. - ha detto il comandante provinciale Marco Piras - Si tratta di un primo passo per dare una risposta alle perplessità dei cittadini, che a volte quando si trovano a constatare eventi come questi si chiedono dov’è lo Stato".
“Episodi come questi rappresentano un danno non solo patrimoniale, ma una lesione alla sfera più intima delle persone”, ha detto il procuratore Mazzeo. Il comandante del Reparto Operativo Daniele Riva ha invece espresso “soddisfazione non solo per aver assicurato alla giustizia queste persone, ma anche per aver recuperato oggetti che per le vittime avevamo inestimabile valore affettivo” Poi un appello alla cittadinanza: “Denunciate sempre: anche una segnalazione apparentemente inutile può diventare fondamentale”.
L’operazione
Ad illustrare il dettaglio delle indagini è stato il comandante del Nucleo Investigativo Marco Dainese. A dare il nome all’operazione è stata un’auto, la Skoda segnalata per la prima volta nella zona di Ceva in concomitanza con un tentato furto: da lì l’avvio delle attività investigative. "I Carabinieri hanno vissuto quasi a fianco dei delinquenti, senza che questi se ne accorgessero, pedinandoli durante i viaggi e le trasferte criminose. - ha spiegato Dainese - Camuffandosi si fingevano bikers o turisti: prenotavano alberghi e mangiavano negli stessi posti durante i pedinamenti, senza che i malviventi se ne siano mai resi conto”.
“Si è trattato di attività molto complesse, - ha detto ancora il comandante del Nucleo Investigativo - avevamo a che fare con persone scaltre e organizzate: utilizzavano auto truccate, con motori modificati fino a 300 cavalli, auto con targhe contraffatte e con carrozzerie che cambiavano colore da un giorno all’altro grazie alla tecnica del wrapping”. A margine delle indagini sono stati individuati anche meccanici e artigiani “compiacenti” del territorio cuneese che si occupavano di effettuare questo tipo di modifiche.
I malviventi, quasi tutti con precedenti per reati analoghi ad eccezione dei più giovani, individuavano le case da svaligiare in particolare nei piccoli centri e in zone isolate. Comunicavano tra di loro tramite radioline per non essere intercettati, verificavano l’assenza dei proprietari suonando il campanello, dopodiché si introducevano con metodi anche molto invasivi, usando flessibili e ignorando gli allarmi, per poi trafugare tutto ciò che trovavano. L’operazione ha portato al sequestro di circa 130 mila euro in contanti, tre armi detenute illegalmente, due auto modificate, oltre a smartphone, gioielli, orologi, vestiti e borse di marca.
Complessa anche l’esecuzione delle misure di custodia cautelare emesse dal Tribunale di Asti, avvenuta ieri mattina nel campo nomadi di San Damiano d’Asti: “Si tratta di un ambiente particolare, abbiamo usato un avvicinamento di tipo tattico militare, per preservare sia gli operanti che le persone che andavamo a prendere”, ha detto Dainese. In queste fasi è stato necessaria la collaborazione delle Squadre Operative di Supporto, insieme a personale del 1° Reggimento Piemonte, delle Unità Cinofile di Volpiano e del Corpo Militare della Croce Rossa. “Tra l’inizio dell’attività e la cattura di tutti gli indagati sono trascorsi circa 20 minuti. Un’operazione perfetta dal punto di vista dell’esecuzione”, ha commentato Piras.
Al termine delle formalità di rito, gli arrestati sono stati condotti nelle carceri di Cuneo, Alessandria, Asti, Vercelli e Torino.
Andrea Dalmasso

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