Un buco nell’acqua per Mondo Acqua: tutti prescritti (meno uno) nel processo sulle gare truccate
Escono di scena l’ex presidente Gino Ghiazza e tre coimputati. Solo uno di loro proseguirà l’istruttoria: l’accusa è di aver “aggiustato” alcuni appaltiLa prescrizione ferma il processo agli ex vertici di Mondo Acqua, la società partecipata - all’epoca con una componente pubblica e una privata - che gestisce i servizi idrici a Mondovì e in altri sette comuni del circondario (Bene Vagienna, Briaglia, Frabosa Soprana, Roccaforte, San Michele, Vicoforte, Villanova).
Gino Ghiazza, imprenditore titolare della SGM Utensilerie e presidente della partecipata sotto la giunta Viglione, era il principale accusato in una vicenda di presunta turbativa d’asta, relativa a tre appalti assegnati da Mondo Acqua fra il 2016 e il 2018. Insieme alla sua è stata dichiarata prescritta la posizione dei coimputati Daniele Camperi, Salvatore Columbro e Claudio Pontiglione. Ha rifiutato invece la prescrizione Paolo Borello, amministratore dell’azienda S.Info srl di Orbassano. Solo nei suoi confronti, quindi, l’istruttoria proseguirà il prossimo 28 novembre.
Le accuse contro Ghiazza nascevano dalla denuncia presentata nel 2022 - a sei anni di distanza dall’inizio dei fatti contestati - dall’attuale presidente di Mondo Acqua, Piercarlo Pellegrino. Fin dal 2020, però, un’impiegata della società aveva riscontrato anomalie: “Cercando i giustificativi di alcune fatture - ha ricordato davanti al giudice - mi sono imbattuta in un verbale, relativo a una gara a cui ero sicura di non aver mai presenziato, con la mia firma. Ho capito la gravità della cosa e l’ho fotocopiato, poi ne ho parlato col presidente. Il contratto riguardava la S.Info, per la gestione informatica di Mondo Acqua”.
A fornire i principali elementi agli investigatori è stata un’altra dipendente, l’ingegner Chiara Mirto, che si occupava degli appalti. La professionista ha ammesso di aver contraffatto i verbali, perché sottoposta a forti sollecitazioni in tal senso da Ghiazza: lei aveva timore di perdere il lavoro, ha spiegato, dopo aver già subito ritorsioni in passato. La “gola profonda” dell’inchiesta, sentita in incidente probatorio, è uscita dalla vicenda legale con un patteggiamento.
La Procura ritiene che le gare venissero “addomesticate” prima di arrivare sul tavolo dei valutatori. Nel caso dei lavori di manutenzione sull’acquedotto, in particolare, la valutazione delle offerte tecniche sarebbe stata concordata con un dirigente di Tecnoedil, così da ricalcare in parte un’offerta già presentata all’Acda, con la quale l’azienda si era aggiudicata la manutenzione di reti idriche e fognarie. Oltre all’appalto informatico e a quello sull’acquedotto, era oggetto di contestazioni una gara bandita per la lettura dei contatori nel 2016 e vinta da Full Service 2000.

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