Botte alla moglie davanti alla figlia: “La bimba disse che aveva imparato a chiamare i carabinieri”
Il fratello della donna parla di prepotenze in famiglia: “Sporcava apposta perché lei pulisse”. I parenti di lui smentiscono: “Tutta colpa della suocera”“La bambina ha detto che poteva chiamare i carabinieri, perché a scuola le avevano appena insegnato il numero”: è una suocera a parlare delle presunte violenze del genero sulla figlia menzionando, in lacrime, questo particolare. Si tratta di un episodio di cui lei stessa era stata testimone, nella primavera di otto anni fa.
Oggi l’uomo è a processo per maltrattamenti in famiglia, aggravati dalla presenza di minori. A denunciarlo l’ex moglie, poi trasferitasi altrove con i due figli. La coppia di origine albanese viveva a Costigliole Saluzzo. La suocera dell’accusato, ospite in casa sua a quel tempo, dice di essere uscita dalla stanza insieme alla nipote, una sera, “perché abbiamo sentito che lui prendeva a botte mia figlia”. La donna sarebbe stata sbattuta contro il muro: “Io gli chiedevo di smettere, - dice la teste - perché lei aveva avuto un intervento chirurgico pochi anni prima. Lui la picchiava ancora più forte”.
Non è quello che afferma l’imputato, il quale, al contrario, asserisce di essere stato aggredito dalle due donne, dopo una discussione con la suocera. L’oggetto del contendere era il fatto che i figli fossero ancora alzati a tarda ora: “Mia suocera si è messa in mezzo come sempre”. Anche i due zii dell’uomo ritengono che all’origine di tutti i dissidi ci sia quell’interferenza giudicata “indebita”: “Quando è entrata la suocera in casa sua lui è cambiato: lo vedevamo che non scherzava più” racconta uno dei due.
All’arrivo dei carabinieri, comunque, la moglie aveva graffi sul collo e riferiva dolori alla schiena, mentre la suocera affermava di essere stata presa per i capelli: “Anche il marito aveva segni addosso” ricorda l’appuntato scelto Gianluigi Matino, uno dei militari intervenuti insieme al 118. Tra i presenti c’era il fratello della persona offesa, che menziona in particolare una frase udita, spiega, da un parente di suo cognato: “Continuava a dire che non è successo niente, diceva che nella famiglia era una cosa normale che il marito picchiasse la moglie”. Quell’alterco, finito con tutti e tre i protagonisti in ospedale, è il più grave ma non l’unico tra i fatti contestati. Nel 2021, quattro anni dopo, la donna aveva maturato la decisione definitiva di rompere: “Non so se avesse paura delle minacce o se volesse recuperare il rapporto con suo marito” dice il fratello.
È lui a menzionare i litigi riferitigli, più tardi, dalla sorella: “Era successo che lui l’avesse picchiata perché aveva trovato capelli di donna nello scarico del lavandino, rompendole una mela in testa. Lei doveva preparargli i vestiti prima che facesse la doccia e preparargli cena, a volte buttava l’olio in casa apposta per farla pulire”. Nessuna considerazione di lei, lamenta il cognato dell’imputato: “Qualsiasi cosa mia sorella dicesse non gli andava bene: l’uomo prendeva le decisioni. L’unica persona che lei aveva vicino ero io, per questo minacciava di farmi del male: ‘Non te lo faccio tornare a casa’ le diceva”.
Accuse respinte, anche queste, come semplici maldicenze di parenti ostili. Ci sono però alcune testimonianze estranee alle dinamiche familiari. Come quella di una signora che aveva conosciuto la presunta vittima dei maltrattamenti in veste di datrice di lavoro: “Ricordo che quando è arrivata aveva il viso di una persona che non stava bene fisicamente. Dopo che per due o tre volte le ho chiesto come stava si è sfogata, dicendo che il marito la maltrattava anche davanti ai figli e che non era la prima volta”. Un’altra donna, incontrata tramite il lavoro, sostiene di aver raccolto molteplici confidenze: “Era molto carina, solare ed emotiva, negli ultimi tempi era diventata silenziosa e riservata. Si vergognava a raccontare, la considerava una cosa innaturale: poi ha iniziato a confidarsi, dicendo che aveva subito violenze fin dal giorno del matrimonio. Quel giorno suo marito le aveva messo le mani al collo. Raccontava che ultimamente, per evitare le violenze, si doveva chiudere in camera con i figli”.
Il prossimo 11 luglio si attende la discussione del caso.
Andrea Cascioli

Costigliole Saluzzo - violenza sulle donne - donne - Maltrattamenti - Cronaca
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