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    VERZUOLO - Thursday 11 December 2025, 18:15

    Dopo il debito non pagato, arriva l’avvertimento: “Non farmi diventare cattivo”

    Il pubblico ministero chiede cinque anni di carcere per un pregiudicato torinese: l’uomo fu arrestato dai carabinieri mentre riceveva una busta piena di soldi
    Dopo il debito non pagato, arriva l’avvertimento: “Non farmi diventare cattivo”

    Non una legittima richiesta di restituzione di denaro, ma una vera e propria estorsione ai danni di una persona, la ex compagna del debitore, che con quel prestito da trentamila euro non c’entrava nulla. Per l’uomo accusato di estorsione, Daniele Decolombi, il sostituto procuratore Attilio Offman ha chiesto una condanna a cinque anni e due mesi di carcere.

    La vicenda aveva portato all’arresto del pregiudicato di origine sinti, residente a Villafranca Piemonte, mentre riceveva una busta con 600 euro dalla donna che lo ha poi denunciato. Ad avvertire il comandante della stazione di Verzuolo, il maresciallo Roberto Besante, era stato il padre di lei: “Mia figlia era depressa, ha detto che le venivano chiesti soldi per un debito dell’ex fidanzato e che era disperata perché non ce la faceva economicamente” ha poi ricordato davanti al giudice.

    Anche la madre e il fratello spiegano di essere stati messi al corrente delle richieste di denaro. La prima, in particolare, afferma di avere a sua volta effettuato pagamenti per conto della figlia: “A volte glieli consegnavo in una busta e a volte a mano: ricordo una volta 500 euro, un’altra volta 250. Quella volta lui si era arrabbiato, perché erano troppo pochi. Non voleva prenderli, ha detto ‘così non va bene, chiamo tua figlia e la faccio ragionare’”. Le minacce, aggiunge, riguardavano anche lei: “Diceva a mia figlia che sapeva dove io abitassi e che ci controllava”. Il fratello della querelante, a sua volta, ha confermato di aver trasportato alcuni macchinari a casa del creditore, a titolo di “compensazione”.

    Tutto risale a un prestito per finanziare l’acquisto di un capannone a Savigliano. Qui l’allora fidanzato della persona offesa avrebbe dovuto avviare un’officina. Poi l’affare era andato a monte e Decolombi ne aveva chiesto conto a entrambi: “Venne al mio negozio a chiedere i soldi, gli dissi che la cosa non mi riguardava ma lui si fece minaccioso” ha raccontato l’autrice della querela. “Non farmi diventare cattivo” avrebbe detto l’imputato, in più occasioni, sia alla donna che a sua madre, aggiungendo frasi come “so dove abiti, che bella macchina ha tuo fratello”.

    “Decolombi di sicuro non poteva rivolgersi alla madre della signora, anche se avesse preteso i soldi a nome dell’azienda che la coppia gestiva insieme” ha fatto presente il pubblico ministero, giustificando la richiesta di condanna. L’ex fidanzato ha riferito di aver ricevuto lui la somma in un pacco chiuso, che avrebbe poi consegnato alla sua compagna di allora: ma di questo presunto secondo scambio, obietta l’accusa, non c’è traccia e nessuno ha saputo spiegarne le ragioni.

    La difesa, rappresentata dall’avvocato Cristina Botto, riconosce l’insistenza nel chiedere la restituzione del debito ma nega che si trattasse di un ricatto: “La persona offesa stessa dice che non c’è mai stata violenza e la frase ‘non farmi diventare cattivo’, profondamente infelice, non integra gli estremi dell’estorsione”. Il finanziamento, tuttavia, avrebbe riguardato un’attività che i due fidanzati volevano avviare insieme: “Questo spiega perché il prestito andasse diviso, nella testa di Decolombi: perché la proposta gli era arrivata da entrambi i soggetti”. Il giudice si esprimerà sul fatto il prossimo 5 gennaio.

    Andrea Cascioli
    luogo VERZUOLO
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    Tag:
    Verzuolo - estorsione - minacce - Cronaca - prestito
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