L’“amico di famiglia” sparisce con i risparmi di una vita
Avrebbe millantato legami con un broker svizzero per appropriarsi di 84mila euro: “Oggi stiamo ripartendo da zero” racconta chi lo ha denunciatoÈ “una triste storia”, per la rappresentante dell’accusa, quella raccontata in tribunale a Cuneo da due coniugi: nel processo per truffa contro l’uomo che hanno denunciato non si sono costituiti in giudizio, spiegano, perché non hanno più denaro a sufficienza nemmeno per pagare un avvocato.
A carico dell’accusato, M.P., residente a Paesana, pende un’imputazione per la quale il pubblico ministero Anna Maria Clemente ha chiesto una condanna a due anni e sei mesi di carcere, senza attenuanti. Avrebbe fatto sparire i risparmi che la coppia, presentatagli tramite un amico comune, aveva messo da parte in una vita intera, compresi i soldi per il figlio.
“Andavamo in montagna dove abitava lui, a Paesana, ogni quindici o venti giorni e ci sentivamo al telefono settimanalmente” raccontano le persone offese. A colpirli era stato lo stile di vita di quel loro conoscente: “Faceva una bella vita e non aveva mai lavorato”. Lui parlava spesso delle sue spese, non lesinava su nulla: “Se alla mia compagna piace qualcosa, gliela compro” diceva. Lussi sostenuti, parrebbe, grazie a una pensione di invalidità dall’esercito e ai suoi fantomatici investimenti.
C’entrava un broker svizzero, che qualificava come suo “socio” ed è poi risultato invece estraneo a tutto: “All’epoca c’era il Covid, io ho detto che avevo qualche risparmio da parte e di volerlo investire” ha confermato l’autore della denuncia in aula. Ottantaquattromila euro svaniti nel nulla e l’amara scoperta che gli investimenti e i contatti con la Svizzera erano tutto un bluff. Il numero di telefono del fantomatico broker corrispondeva a quello dell’“amico”: “Oggi stiamo ripartendo da zero, ma è dura ricominciare: sono in debito con la banca e anche con i miei genitori” dice la persona offesa. Dall’imputato sarebbe pervenuta un’offerta di risarcimento parziale, ma nulla è ancora nero su bianco.
“Ha fatto credere alla coppia che avrebbero dovuto pagare multe all’Agenzia delle Entrate e qualora se ne fosse occupato lui avrebbero potuto ottenere uno ‘sconto’” ha sottolineato il pm nella requisitoria. L’imputato, sostiene, “ha sfruttato al massimo la situazione, fingendosi un rappresentante di istituzioni rispettabili” come l’esercito.
Opposta la prospettazione dell’avvocato Francesco Hellmann, difensore dell’accusato: “Non ha carpito la fiducia di nessuno: semplicemente le persone offese vedevano come all’apparenza conducesse una vita agiata e loro, non lui, hanno richiesto consigli su eventuali investimenti. Ai signori non ha mai proposto alcunché”. Inverosimile, aggiunge il legale, pensare che avrebbe assunto l’identità del broker per farsi accreditare bonifici sul proprio conto corrente: “Sarebbe stato davvero incauto”.
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