Lo schianto dopo un sorpasso in velocità, parla il fidanzato della vittima: “Quell’auto non aveva la freccia”
Samanta Pascuzzi morì a 25 anni sulla strada verso Montoso. Il suo compagno ha patteggiato, ora è a processo il guidatore dell’altra vettura coinvoltaDue auto parallele su un rettilineo sgombro, una impegnata in un sorpasso, l’altra pronta a svoltare a sinistra. Lo scontro tra le due vetture ha spezzato la vita di una venticinquenne, Samanta Pascuzzi. Arrivava a Bagnolo da Torino, sulla Golf del suo fidanzato, per festeggiare con gli amici nella casa di famiglia a Montoso. Era una domenica, il 18 luglio 2021. Anche le persone a bordo dell’altra auto, una Citroen, avevano in programma una gita fuori porta, al monastero di Pra ‘d Mill.
Una giornata di festa finita in tragedia, tra le lamiere dell’auto il corpo della ventiseiesima vittima di quell’anno “nero” per le strade provinciali. La fatalità appare ancora più assurda se si pensa che l’altra auto si trovava lì per errore: “Abbiamo sbagliato strada a una rotonda, - conferma uno dei passeggeri della Citroen - al posto di girare a sinistra siamo andati dritti. Quando ci siamo accorti che non era la strada giusta, abbiamo fatto la manovra per tornare indietro”. Solo che in quel momento la Golf con a bordo la giovane coppia stava effettuando il sorpasso.
Il fidanzato di Samanta, allora 22enne, ha patteggiato una condanna per omicidio stradale. Ora è testimone nel processo in cui è imputato con la stessa accusa G.P., il guidatore della Citroen: “Non aveva la freccia” assicura il ragazzo, confermando quanto hanno detto tutti i componenti della sua comitiva tra cui suo fratello. Gli amici erano arrivati da Torino quel giorno, su cinque o sei auto, seguivano i due fidanzati verso Montoso. Anche G.P. era seguito da un’altra auto, con a bordo una coppia di amici e una loro conoscente: tutti affermano che la Citroen aveva innestato l’indicatore di direzione, prima di cominciare la svolta. L’auto era quasi ferma, in procinto di svoltare, quando la Golf era sopraggiunta a grande velocità. Dopo l’urto, la corsa era finita contro un pilone di cemento. “Non so dire se la striscia fosse tratteggiata in quel punto, quando ho sorpassato guardavo avanti” ha detto il guidatore della Golf.
Due i temi centrali del processo: uno riguarda, appunto, il fatto che la svolta fosse stata segnalata o meno dal conducente della Citroen. L’altro la possibilità di fare inversione in quel punto, dove la striscia continua si interrompeva in prossimità dell’accesso a uno stabilimento industriale. “Sulla destra c’era un piazzale dove sarebbe stato più agevole fare manovra” sottolinea il maresciallo Maurizio Cavinato, uno dei primi carabinieri a sopraggiungere dopo la tragedia.
Anche il comportamento dell’imputato, al quale comunque non è contestata la fuga, è stato oggetto di critiche da parte dei ragazzi dell’altra comitiva: “Ricordo solo che è sceso dal veicolo imprecando verso di noi. - racconta uno di loro - Stavamo prestando i primi soccorsi mentre lui sul momento non ha fatto nulla. I soccorsi li ho chiamati io col mio telefono, più di una volta perché non prendeva. Ho l’immagine della macchina grigia ferma, senza neanche le quattro frecce a segnalare un ostacolo”.
Il processo è stato aggiornato al 3 giugno per ascoltare gli ultimi testimoni di difesa e la versione dell’imputato.
Andrea Cascioli

incidente - Bagnolo Piemonte - Cronaca - Montoso - Morta - omicidio stradale - Samanta Pascuzzi
commenti
Effettua il login per commentare