Sei indagati per l’esplosione a Martiniana Po, nello scoppio morì un disabile
A febbraio la tragedia provocata dal gas. Nel mirino della Procura la società proprietaria dell’immobile e alcuni tecnici: “Non c’erano condizioni di sicurezza”Si sono concluse le indagini preliminari sull’esplosione di Martiniana Po, costata la vita al 57enne Fabrizio Aimo Boot lo scorso 12 febbraio. L’uomo, un residente della palazzina affetto da disabilità motoria, morì a causa delle ustioni riportate.
Il crollo parziale dello stabile in via Roma, nel pieno centro del paese, aveva provocato anche il ferimento di tre inquiline. Altre sette persone, compresi i primi soccorritori, avevano riportato lievi lesioni e intossicazioni da fumo. Per la tragedia, provocata da una fuga di gas, sono ora indagate sei persone. Le ipotesi di reato contestate, a vario titolo, sono omicidio, incendio e disastro colposo, nonché lesioni.
Alla rappresentante legale della società Sorim sas di Rifreddo, proprietaria dell’immobile, si contesta in particolare di aver ceduto in locazione gli alloggi senza una previa verifica delle condizioni di sicurezza dell’impianto del gas. Il presidente e l’amministratore delegato della Aipe srl sono sotto accusa perché la Procura ritiene che abbiano rifornito il serbatoio interrato del gpl in violazione delle norme di sicurezza. Sono indagati anche i due idraulici, albanesi residenti a Torino, che installarono la caldaia a condensazione intervenendo sulla tubazione di adduzione del gpl, e il tecnico saluzzese che effettuò le derivazioni verso la cucina al primo piano. Nel farlo, sostengono gli inquirenti, avrebbe utilizzato un tubo con scadenza non adeguato alle necessità del caso.
Dalla comunicazione della conclusione delle indagini alle difese, inviata a inizio mese dal procuratore aggiunto Ciro Santoriello, decorrono venti giorni per la presentazione di memorie e investigazioni difensive. Dopodiché la Procura potrà valutare le richieste di rinvio a giudizio.

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