Sui presunti maltrattamenti alla Rsa c’è un’altra verità: “Eravamo provati, ma nessuna violenza”
Una ex oss del “Tapparelli” di Saluzzo è sotto accusa. Tra le colleghe c’è chi la difende: “Prendevamo per le mani i malati di Alzheimer per fare meno danni possibile”Un lavoro difficile, pesantissimo, reso ancor più pesante dal contesto in cui ci si trovava: “In reparto si lavorava tantissimo, c’erano sei persone no vax compresa la referente e mancava il direttore sanitario: eravamo sotto numero e con questi disagi non era facile”. A parlare è una ex operatrice socio sanitaria della residenza “Tapparelli d’Azeglio” di Saluzzo.
La donna oggi è in pensione ed è venuta in tribunale a deporre nei confronti di un’altra ex oss della stessa Rsa, M.G., che a differenza sua l’impiego lo ha lasciato perché si è dimessa, un anno fa. A carico suo e di due colleghe era già stata avviata un’inchiesta per maltrattamenti, seguita dal trasferimento delle tre in reparti diversi nei quali non erano a contatto diretto con gli ospiti. Una delle accusate è stata prosciolta dal gup, nei confronti di M.G. invece il processo volge alle battute finali.
Nell’ultima udienza sono state sentite le testimoni convocate dalla difesa, tutte concordi nell’affermare di non aver mai visto l’imputata maltrattare o insultare gli anziani del nucleo Nat, quello in cui venivano ricoverati i pazienti affetti da Alzheimer. “Con i pazienti di Alzheimer bisogna essere molto tranquilli nel gestire la situazione, purtroppo in quel periodo non lo eravamo” racconta un’altra oss: “Era difficoltoso anche gestire le persone e lavarle, a volte per poterlo fare dovevamo essere due o tre operatori”. Uno dei nodi centrali, per l’accusa, è una particolare presa per le mani che avrebbe provocato sofferenze agli anziani malati: “La presa per le mani la usavamo per fare meno danni possibile - spiega la teste -. Non stringevamo le dita, nella maggior parte dei casi si tentava di spiegare all’ospite cosa si stava facendo, per quanto poteva comprendere. Si teneva il pollice, ma senza torsioni: come se gli dessimo la mano”.
Le varie testimonianze descrivono un reparto in cui chi poteva, sovente, se ne andava. Specie durante il Covid: “Era stato inserito personale appena uscito dal corso da oss, che non aveva avuto modo di fare un periodo medio-lungo di prova. Venivano a lavorare da noi senza avere esperienza in quel settore, il malato di Alzheimer si agita ulteriormente se vede sempre facce nuove”. Al diverso modo di affrontare questa agitazione viene ricondotta la differenza di opinioni tra oss “esperte” e “novizie”.
La denuncia ai carabinieri, nel gennaio 2022, era partita da una ex dipendente che aveva lavorato una decina di giorni nella Rsa, nel novembre precedente. I militari avevano preso in esame in particolare due episodi di lesioni, conseguenti a cadute. Anche un’altra oss sostiene di aver assistito a “cose sgradevoli”. In un’occasione, la collega avrebbe schiacciato le braccia di un’ospite sul petto, a suo dire con un’eccessiva pressione: “Io le ho detto ‘lasciala stare, non vedi che fatica a respirare?’: la teneva così perché non scappasse, l’ospite dava pugni e calci ed era coricata. La collega poi l’ha lasciata e l’ospite è scappata”.
“Dalla teoria alla pratica le cose cambiano” obietta un’altra operatrice: “La conoscenza dell’ospite fa la differenza, il personale arrivato da poco deve avere una certa continuità per sapersi rapportare”. Se qualcosa si poteva imputare alla collega, dice una teste di difesa, era semmai di essere “un po’ impulsiva nel prestare i soccorsi, un po’ frettolosa”. Nulla che avesse a che fare con ipotetiche violenze, in ogni caso. Di queste non si è trovata traccia neanche dalla visione dei filmati delle telecamere che i carabinieri avevano piazzato in due stanze di uso comune, monitorando per un mese quanto accadeva. I maltrattamenti erano “un fantasma che aleggiava”, secondo la definizione data da uno psicologo chiamato dalla Rsa.
La “Tapparelli d’Azeglio” oggi è parte civile nel processo contro la ex addetta, insieme ai parenti di alcuni anziani individuati come persone offese. Il processo riprenderà il 7 novembre con l’ultima udienza, in cui sono previsti l’esame dell’imputata e la discussione.

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