Troppa gelosia dall'ex compagno: lei lo denuncia per stalking
Chiamate continue e presunti appostamenti all'origine del processo. L'imputato si difende: "Le telefonate erano reciproche"Eccessi di gelosia e costanti chiamate da parte di S.C., un uomo residente nel Saluzzese, sono all'origine del processo per stalking nato dalla denuncia della ex compagna. Una versione confermata anche da vari testimoni, perlopiù colleghi di lavoro della persona offesa, accorsi nell'ultima udienza. La donna e il suo ex convivente avevano condiviso le loro vite per un quindicennio, durante il quale era nato un figlio. Nel periodo del lockdown erano giunti all'inevitabile rottura. I testimoni concordano sul fatto che lei stesse patendo un periodo difficile, la cui origine veniva ricondotta alla gelosia di S.C. in base alle confidenze della donna.
Una collega ha ricordato come la parte offesa, le volte in cui partecipava alle cene tra loro, fosse sempre la prima ad andarsene: lui la tempestava di messaggi e lei temeva una scenata di gelosia al ritorno. Altri due dipendenti della stessa azienda hanno raccontato di quando la donna chiese loro di accompagnarla nel parcheggio del supermercato dove lavoravano, per prendere il figlio dall'ex compagno. Il tutto perché nel primo pomeriggio quest'ultimo avrebbe fatto "una sceneggiata".
Sul banco dei testimoni sono saliti anche i genitori della querelante, a cominciare dalla madre: "So solo che ogni volta che mia figlia veniva a trovarmi era sempre al telefono: lui la tartassava di telefonate, non so se per tenerla sotto controllo. L’ho sempre vista non libera di fare quello che voleva, doveva giustificare dove andava e cosa faceva". La teste ha aggiunto che una sera di aprile del 2020, in pieno lockdown, sua figlia la chiamò per chiederle se poteva venire da lei. L'ex compagno infatti l'avrebbe minacciata di "dare fuoco a lei e al figlio".
La difesa ha contestato questa dichiarazione. Nella prima deposizione rilasciata alle forze dell'ordine, ha sottolineato il legale dell'uomo, non si era mai parlato di questa minaccia. L'imputato ha anche rimarcato che durante le perquisizioni seguite all'allontanamento non erano stati trovati né alcool né accendini in casa, non essendo lui un fumatore. Alle accuse di gelosia ha ribattuto parlando di come le telefonate fossero anche reciproche, soprattutto per via del figlio, all'epoca molto piccolo. Nel suo esame, l’imputato ha smentito anche un’altra accusa formulata dall’ex suocera, ovvero che lui in un’occasione avesse colpito l’altro figlio della compagna con un ceffone tanto forte da ledergli il timpano: “Non ricordo niente di quello schiaffo, escludo di averglielo dato: il ragazzo a me era molto attaccato, ci siamo sentiti ancora dopo la separazione e ci siamo anche visti. Lo consideravo come mio figlio”.
Il giudice ha disposto il rinvio dell'udienza al 6 febbraio per l'ascolto di ulteriori testimoni.
Piero Coletta

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