Una vita spezzata sulla strada per Montoso: “Ma l’automobilista non poteva evitare l’incidente”
Parla il tecnico di difesa nel processo per la morte di Samanta Pascuzzi. L’auto su cui viaggiava superò un’altra vettura, a 114 km orari, mentre questa svoltavaNon era nelle possibilità dell’automobilista che guidava la Citroen, G.P., evitare lo schianto che trascinò la sua auto, colpita da una Golf in fase di sorpasso, per ben dodici metri sulla carreggiata. Lo sostiene il consulente di difesa, l’ingegner Luciano Petrillo, nel processo che vede l’uomo accusato di omicidio colposo per la morte di Samanta Pascuzzi.
La venticinquenne torinese era sull’altra macchina, guidata dal fidanzato, la mattina del 18 luglio 2021. Una domenica che la coppia voleva trascorrere in compagnia di amici, arrivati apposta a Bagnolo e diretti verso Montoso. Anche le persone a bordo della Citroen, avevano in programma una gita, al monastero di Pra ‘d Mill, accompagnati da una vettura su cui viaggiavano alcuni amici.
A segnare il destino di Samanta, senza che lei ne sapesse nulla, è stata una deviazione sbagliata: “Abbiamo sbagliato strada a una rotonda, - conferma uno dei passeggeri della Citroen - al posto di girare a sinistra siamo andati dritti. Quando ci siamo accorti che non era la strada giusta, abbiamo fatto la manovra per tornare indietro”. Le due auto procedevano su un rettilineo sgombro, quello di via Cave, seguiti dalle rispettive comitive. A un tratto il sorpasso della Golf in striscia continua, costato la vita della ragazza.
Il fidanzato di Samanta, allora 22enne, ha patteggiato una condanna per omicidio stradale. Le rilevazioni effettuate sulla centralina dell’auto hanno confermato che la Golf viaggiava ad almeno 114 chilometri orari. Anche il guidatore della Citroen però è a processo: secondo l’accusa avrebbe svoltato, senza innestare la freccia, in un tratto dove non era possibile farlo. Il problema a monte, afferma l’ingegner Petrillo, è che la segnaletica in quel punto “era incongruente”: “In via Cave c’è a un certo punto uno slargo, è stato chiesto perché l’automobilista non avesse svoltato lì ma al tempo, nel 2021, c’era una linea continua”. La stessa questione dei limiti di velocità è poco chiara: “Mancava il cartello di fine centro abitato, per cui dal punto di vista dell’utente si rimaneva con il limite di 50 km/h”.
“La Golf - sostiene l’esperto della difesa - si è resa visibile a una distanza di circa 60 metri, tenuto conto della tempistica di svolta e del tempo psicotecnico chi guidava la Citroen non poteva vederla arrivare”. C’è una diatriba sulla questione dell’inserimento della freccia a sinistra che, dice Petrillo, “non può essere valutata tecnicamente, ma ci sono testimoni che lo confermano e anche l’auto che seguiva la Citroen aveva la freccia accesa”. Il fidanzato di Samanta e i suoi amici affermano il contrario: “Non aveva la freccia”.
L’istruttoria è ormai conclusa. Il prossimo 7 aprile sarà la volta della discussione.
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