Il professore morse un alunno che voleva lasciare la classe. Per il giudice è legittima difesa
Anche il pm aveva chiesto l’assoluzione, pur stigmatizzando il gesto. Dopo l’accaduto, il docente è stato destituito dall’incarico all’“Arimondi-Eula” di RacconigiAveva parlato di “una reazione quasi inconsapevole di autodifesa”, per giustificare l’incredibile esito di un’animata discussione con un alunno della classe in cui insegnava. Un morso al braccio del ragazzo che voleva uscire dalla classe e che si era visto sbarrare la strada dal docente.
Lui, all’epoca studente del terzo anno di meccanica nell’Itis di Racconigi, non ha denunciato il professore. In tribunale, accompagnato dai genitori, ha però mostrato i segni di quell’atto: “Ho ancora la cicatrice” ha spiegato, scostando la felpa. Il giudice Alberto Boetti ha accolto la tesi dell’insegnante in merito alle lesioni, assolvendolo perché scriminato dalla legittima difesa. Il pubblico ministero Davide Fontana aveva lasciato cadere anche l’altra imputazione, quella di abuso dei mezzi di correzione, pur stigmatizzando il gesto “lesivo e volontario”.
“Dovevo veramente andare in bagno e non era la prima volta che mi negava il permesso” ha raccontato l’allievo aggredito, per giustificare il parapiglia da cui è scaturito il morso. Il confronto fisico, sulla porta della classe, era stato in parte ripreso da un suo compagno di scuola con il cellulare. L’autore del video ha descritto così la scena: “Per impedirgli di uscire il professore si è messo davanti: il mio compagno è riuscito ad aprire la porta, dopo qualche spintone. Il professore, non sapendo più come reagire, lo ha morso sotto la spalla”. In aula era presente anche un assistente tecnico dell’istituto che ha precisato di non aver visto il morso, ma di aver sentito un’esclamazione di dolore dell’adolescente. Quest’ultimo era poi tornato indietro stupefatto: “Ha detto qualcosa come ‘avete visto cosa ha fatto?’. Poi si è tolto la maglia e ha mostrato un segno, come un livido, sul braccio”.
Una dinamica non compatibile con la legittima difesa, secondo il pm: “A una spinta non reagisco con un morso, semmai con una spinta”. La Procura aveva comunque ritenuto non punibili le lesioni, in assenza di una querela da parte della famiglia dello studente. Ad agire è stato invece l’istituto “Arimondi-Eula”, nella cui sede distaccata era in servizio il docente precario. L’episodio, avvenuto nel 2023, è stato segnalato all’ufficio scolastico regionale e ha portato alla destituzione del professore. Oggi il professore, già “bocciato” dal comitato durante il suo primo anno di prova, ha ottenuto un incarico temporaneo in un’altra scuola della provincia.
“È vero che l’azione del morso è inconsulta, ma proprio per questo si capisce che è istintiva e di reazione” ha osservato l’avvocato Mauro Cristofori per la difesa. Il legale ha menzionato la sproporzione fisica tra i due e ricordato che il docente, vittima in passato di un grave trauma cranico, temeva di battere la testa. Insussistente, anche per il difensore, l’ipotesi di un abuso dei mezzi di correzione: “Il morso non è stato dato per costringere l’allievo a tornare al banco o impedirgli di uscire, ma in seguito a una colluttazione nata da un approccio aggressivo del ragazzo”.
Andrea Cascioli

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