Carnevale si fa serio - la nota di Beppe Tassone
Riceviamo e pubblichiamoFebbraio vuol dire carnevale, feste un po’ in tutti i borghi, sfilate di carri.
Un tempo significava anche spensieratezza e voglia di fare follie, ora sempre di meno.
Ma resta pur sempre carnevale, il momento più pazzo dell’anno.
Solo che…
Solo che quest’anno è difficile aver voglia di scherzare e di folleggiare.
Pensi all’Abruzzo, alle Marche, al Lazio, pensi ai terremoti e alle valanghe, alle persone morte, a quelle rimaste senza casa, a chi soffre interrogandosi sul proprio futuro.
Guardi fuori dei nostri confini e vedi guerre, distruzioni, profughi, attentati.
Il rosso che predomina non è il colore della festa, ma quello che ricorda il troppo sangue versato.
Eppure è carnevale egualmente.
I carri sfileranno lungo le strade, ma è lo spirito che è modificato.
In tutto il mondo, quasi a voler dire che le date si rispettano, ma lo stato d’animo è quello che ognuno di noi porta nel proprio cuore.
Lo vivremo ugualmente, questo mese di febbraio, che rappresenta comunque una grossa opportunità turistica per il nostro Paese.
Carnevale, con le sue tradizioni, la sua gastronomia, la capacità di raccontare la storia di borghi, di villaggi, di paesi che si tramandano usi e costumi.
Nelle montagne come al mare, in pianura come tra le colline: è un rincorrersi di manifestazioni che hanno un’importante valore culturale, che sanno raccontare un’Italia composta da ottomila comuni, ognuno diverso dall’altro, tutti in grado di attrarre l’attenzione, di tramandare tradizioni, di incuriosire.
Se lo vediamo sotto questo aspetto, il carnevale cessa di essere solo pura follia, quel “semel in anno licet insanire” che ormai suona tanto demodé, per diventare una delle rappresentazioni più lucide e accattivanti della capacità dell’Italia di saper richiamare l’attenzione dei turisti e di saperli coinvolgere.
Dai sapori alla musica, dai colori alle maschere: un grande palcoscenico, una commedia umana della quale ognuno di noi diviene protagonista, con i propri ricordi, con la propria voglia di raccontare un pezzo di una storia che continua a vivere.
Un carnevale che cade in un momento difficile, ma che è in grado di mutare il suo significato, di diventare quello che in fondo sempre è stato, una delle grandi ricchezze di un Paese ricco di cultura, di tradizioni, di sapori che, nelle loro diversità, disegnano la storia di una nazione unica al mondo.
Beppe Tassone
CUNEO