Esami orali di maturità rifiutati, Sacchetto: “Questa volta è stato dato un senso politico alla vicenda”
Presentato un Ordine del Giorno in Regione per sostenere la volontà del Governo di modificare la prova, rendendola obbligatoria per tutti gli studentiRiceviamo e pubblichiamo:
Egregio Direttore,
in questi giorni ho depositato come primo firmatario, condividendolo col gruppo di Fdi, un Ordine del Giorno in Consiglio Regionale di sostegno al Governo nella sua volontà di modificare il Decreto sull’Esame di Maturità, portando tutte le prove, compresa quella orale, ad essere indispensabili per conseguire la licenza finale.
Nelle ultime settimane ha tenuto banco la vicenda degli orali rifiutati da parte di alcuni studenti, suscitando notevole dibattito pubblico su un tema molto delicato e su cui è estremamente difficile trovare un punto di incontro fra opinioni diverse.
Premettiamo che gli studenti hanno compiuto un gesto nel pieno dei propri diritti in quanto la norma ad oggi consente questa facoltà.
Tuttavia il valore simbolico attribuito al gesto da parte degli stessi maturandi tradisce, a mio parere, la volontà di suscitare dei momenti di polemica politica anziché effettivamente far emergere delle situazioni di malessere o di suggestioni utili per migliorare la vita e l’attività all’interno del sistema scolastico, in particolare per la fascia adolescenziale.
Sarebbe facile bollare le prese di posizione come un tentativo per attirare l’attenzione dei media rischiando nulla, approfittando del fatto che a norma vigente è concesso rifiutare di svolgere la prova orale, peraltro sarebbe interessante andare a vedere se anche negli anni scorsi ci siano stati dei rifiuti a sostenere l’esame orale e se ce ne fossero stati è utile rimarcare il fatto che evidentemente in questo caso si è voluto dare un senso politico alla vicenda.
Ora, siamo tutti consapevoli che la scuola italiana, specialmente quella secondaria superiore sia perfettibile, che non va sottovalutata la condizione di alcuni studenti in stato di fragilità, che nel complesso sia utile il confronto, tenuto conto che esistono tutti gli strumenti a disposizione degli studenti per riunirsi e produrre proposte.
A questo punto si entra in quelle che sono le opinioni politiche e mi permetto di esprimerne alcune, ben sapendo che molte cose che scriverò verranno considerate come luoghi comuni o peggio rigurgiti reazionari, me ne farò una ragione.
Ritengo che lo studio sia equiparabile al lavoro, a tutti piacerebbe qualche volta non andarci o schivare le prove che ci vengono sottoposte ma ci andiamo e le affrontiamo lo stesso, si chiama senso di responsabilità.
Nella vita a volte si corrono dei rischi per cercare di portare a casa un risultato o per migliorare la propria condizione sociale ed economica, si chiama senso del rischio. Gli studenti che hanno inscenato la protesta sapevano benissimo che non rischiavano nulla se non qualche punto in meno nel voto finale, poca cosa, molto comodo.
Ritengo che i Professori ed i Presidi abbiano padronanza delle materie che vanno ad insegnare e che sappiano applicare con lo zelo dovuto le linee guida emanate dal Ministero o dall’Istituto di appertenenza in termini di gestione delle difficoltà, anche psicologiche, manifestate dagli studenti e procedere con queste proteste è quantomeno irrispettoso nei loro confronti, si chiama senso del rispetto.
Fino a prova contraria i Professori hanno un bagaglio di conoscenze ed esperienze di vita maggiore di ragazzi e ragazze di 18-19 anni, questo non deve mai essere dimenticato ed anzi sottolineato, ed anche i programmi ed i metodi non sono sviluppati tirando i dadi ma sono frutto di approfondimenti e protocolli eseguiti da tecnici esperti della scuola, si chiama senso della gerarchia.
Gli studenti hanno a disposizione delle proprie istanze gli organi interni alla scuola, dai Consigli alle assemblee, per manifestare i propri suggerimenti e le proprie eventuali proteste, possono queste essere accolte o meno ma le decisioni dello Stato vanno a mio parere rispettate, si chiama senso della democrazia.
Credo che questa protesta non vada assolutamente slegata dai soliti copioni che si vedono nel mondo della scuola come le occupazioni e le manifestazioni: meglio la protesta, quella si omologante, che il duro lavoro che porta ai risultati dell’autodeterminazione dell’individuo, che per realizzarsi ha appunto bisogno dell’impegno quotidiano, quello sì personale e soprattutto non omologabile nel calderone generale.
In sostanza, ed è l’oggetto dell’Ordine del Giorno che, come Fratelli d’Italia, abbiamo presentato in Consiglio Regionale, la scuola deve educare all’adempimento dei doveri e non solo alla rivendicazione dei diritti.
Claudio Sacchetto
Consigliere Regionale Fratelli d’Italia

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