La scommessa di Boselli: “Da soli alle prossime comunali, i giochi sono aperti”
Gli Indipendenti puntano sull’implosione della maggioranza nel 2027: “Per il ballottaggio basta superare il 20%”. Il piano: battere a tappeto quartieri e frazioni“Il caos non è un pozzo, il caos è una scala” dice il machiavellico lord Baelish in una delle scene più memorabili de Il Trono di Spade. Anche Giancarlo Boselli guarda alle possibilità che potrebbero nascere dal caos, qualora l’attuale maggioranza di governo a Cuneo dovesse spezzarsi in due o più parti nel 2027.
Uno scenario ad oggi non ipotizzabile ma tutt’altro che inimmaginabile. Perlomeno, con qualche “se”: se Patrizia Manassero non si ricandidasse e la coalizione di centro-centrosinistra non trovasse l’accordo su un nuovo nome, in un revival del 2012. Oppure se i centristi dovessero sfilarsi dal patto per qualche altra ragione e l’atteso duello col centrodestra diventasse un triello, o una sfida a quattro. Gli Indipendenti, in quel caso, sono pronti a puntare le loro fiches: “Al primo turno andiamo da soli” annuncia il comandante in capo. “Vogliamo raccogliere il massimo dei consensi - spiega - anche perché uno dei due gruppi cercherà di allargarsi a sinistra e l’altro a destra, ma questa situazione produrrà un frazionamento dove, secondo i conti fatti da un istituto di ricerca, il passaggio al ballottaggio si giocherà sul 21-22%. I giochi sono apertissimi, a quella cifra noi ci sentiamo competitivi”.
Certo, si fa presto a dire 21%. Numeri alla mano, significa triplicare tra due anni il pur dignitoso 7,8% di tre anni fa. Per provarci bisogna irrobustirsi parecchio nelle frazioni, perché gli Indipendenti - al pari della sinistra dei Beni Comuni - scontano un approccio troppo “altipianocentrico”. La volta scorsa, tanto per dire, si oscillava dal sontuoso 21,9% del seggio 13 (al Grandis) allo striminzito 1,6% di San Benigno. Boselli, vecchia volpe della politica, ha capito l’antifona, tant’è che insieme al consigliere sodale Paolo Armellini ripete di continuo che l’obiettivo da qui al 2027 è battere palmo a palmo la ventina di quartieri e frazioni di Cuneo.
La volta scorsa l’ex vicesindaco diessino era partito con un anno di anticipo, stavolta sono addirittura due: perché “non bastano i fatidici quattro o cinque mesi prima delle elezioni”, avverte Armellini. A parte l’iperattivismo consiliare (Boselli è recordman di interrogazioni e interpellanze, Armellini lo tallona), gli Indipendenti in questi anni si sono dati una sede, un colore di riconoscimento (il giallo), una rete di simpatizzanti che tenta di farsi strada nei comitati di quartiere. Cose da partito, in tempi in cui nemmeno i partiti, a momenti, ci provano ancora. Per questo l’appello è rivolto anche a chi ha smesso di votare, più di un elettore su due all’ultimo ballottaggio: “Continuate così se siete contenti di com’è la situazione. Se invece vi viene il dubbio che le cose potrebbero andar meglio...”.
Le interlocuzioni con gli altri gruppi, assicurano i “gialli”, sono già cominciate: “Gli elementi del confronto saranno i punti del nostro programma” dice il (ri)candidato in pectore. Un programma centrato sull’idea di ridare a Cuneo il suo “status di capoluogo di provincia”, perduto per strada, sostengono i dioscuri dell’opposizione civica, “perché la sindaca Manassero e la sua giunta da molto tempo la città non la governano più”. Gli esempi si sprecano: la fondazione (“siamo i principali azionisti di Fondazione CRC e Cuneo non ha ottenuto la presidenza né la vicepresidenza”), le partecipate (“siamo in tutte i principali azionisti ma non contiamo nulla, la sindaca le tratta come gettonifici”), il rapporto con la sempre più citata “mezzaluna alpina” (“il ruolo di capoluogo della montagna bisogna guadagnarselo”).
Restano due no pesanti come macigni, nella prospettiva di un’interlocuzione che includa i centristi (e non solo): alla nuova piazza Europa senza cedri e all’ospedale unico al Carle. E un allarme rosso sul tema dei conti comunali, dopo che il responsabile della ragioneria ha parlato della necessità di contenere la spesa corrente: “Tra sprechi e mancati incassi questa amministrazione ha buttato via 8 milioni di euro: gli alloggi dell’eredità Ferrero cubano circa 1 milione di euro, un altro milione e mezzo non è arrivato dalla Tettoia Vinaj, poi ci sono i duemila metri quadri di uffici della caserma Cantore affittati a mille euro al mese. Su Cascina Vecchia il privato doveva mettere 600mila euro, ha cambiato idea e non lo fa più”. Ma c’è anche il nodo degli appalti, a cominciare dal piano neve finito sotto la lente della Finanza: “L’altro ieri - rivela Boselli - abbiamo capito che in quel mega appalto da 8 milioni non c’erano le scuole e i fabbricati comunali: abbiamo scoperto che per questi è in corso di preparazione segreta un altro appalto specifico”.
Il pugno duro sul degrado rimane un cavallo di battaglia e una biforcazione rispetto ai benicomunisti, con cui molte volte gli Indipendenti hanno giocato di sponda sui temi amministrativi. “Oggi la Polizia Locale ha quasi 70 agenti - spiega l’ex esponente dem - ma alle ore 19 la sua azione cessa in base a vecchi accordi sindacali, non si svolge di notte né il sabato e la domenica. Questa storia deve finire”. Altro tema, la trasparenza: “Occorre cambiare il piano regolatore e il regolamento edilizio: bisogna che i controlli sulle licenze che vengono date siano effettivi. Non si può scoprire dopo anni che una facciata non era quella e non c’era un pezzo di casa”. Idem per quanto riguarda gli incarichi professionali di consiglieri e assessori: “Anche se il conflitto d’interessi non è disciplinato per legge, per noi è un fatto etico”.
Le proposte sono sul tavolo, insomma. Le alleanze si faranno in base agli incontri - e agli scontri - sulla scala del caos: ma l’analogia finisce qui, perché lord Baelish, come sa chi ha visto la serie tv, fa una brutta fine. Nel gioco del trono cuneese, invece, i finali possibili sono ancora molti.

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