Lauria e ItalExit, prove dâintesa in vista delle comunali
Il battitore libero prepara la quarta candidatura a sindaco: con lui potrebbe esserci il partito no euro di Paragone. Il centrodestra avrĂ ancora un nemico a destra?In tempi ormai lontani si diceva che il primo caposaldo nella strategia elettorale del Pci fosse riassumibile nella massima ânessun nemico a sinistraâ. Il centrodestra cuneese, al contrario, non è mai riuscito negli ultimi tre lustri a chiudere lo spazio alla sua destra, dove dal 2007 preme una spina nel fianco.
Beppe Lauria, decano del Consiglio comunale (vi siede ininterrottamente dal 1995, lâanno della prima elezione diretta del sindaco) e campione di preferenze nella fu Alleanza Nazionale, è pronto a scendere in pista il prossimo anno per la quarta tornata consecutiva in solitaria. Dallâ8,51% della sua prima candidatura a sindaco si è assestato sul 5,40% del 2012 (il centrodestra allora si era presentato diviso tra Lega e Popolo della LibertĂ ) e sul 5,94% delle ultime elezioni, quando la coalizione unita ha toccato il minimo storico con il 14,03% dellâex sindaco democristiano Giuseppe Menardi. Molta acqua è passata sotto i ponti in questi quattro anni e câè chi preme per un cambio di passo: se finora ci si è accontentati di âperdere con onoreâ, peraltro con esiti scoraggianti perfino in quellâottica, questa volta toccherĂ impegnarsi di piĂš.
Lâaddio del primo cittadino in carica Federico Borgna apre possibili spiragli sul fronte delle opposizioni, specie nellâeventualitĂ che lâattuale maggioranza si ritrovi di nuovo in un impasse simile a quello del 2012, quando Partito Democratico e centristi finirono su sponde opposte. Occorre però fare i conti fin dâora con il nemico a destra, perchĂŠ le possibilitĂ di ricomporre la frattura con il frondista Lauria sembrano ridotte al lumicino. Lâex assessore provinciale, candidatosi con CasaPound alle ultime europee, non ha mostrato una grande intesa con i colleghi consiglieri a palazzo civico. Sintomatico lo sgarbo dellâaprile scorso, in occasione dellâelezione del vicepresidente della commissione per il nuovo ospedale. In quel frangente Lega e Fratelli dâItalia hanno preferito convergere sulla consigliera di Cuneo CittĂ dâEuropa Maria Luisa Martello piuttosto che sostenere la candidatura di Lauria.
Quel che è certo è che questâultimo non è rimasto con le mani in mano. Ieri (mercoledĂŹ 7 luglio) câè stato lâincontro con Alessandro Balocco, responsabile provinciale di ItalExit. Il partito del senatore ex grillino Gianluigi Paragone punta a recuperare i voti dei 5 Stelle delusi con un messaggio sovranista, ispirato allâantieuropeismo senza se e senza ma. Ă certa lâintenzione di essere presenti alle comunali di Cuneo il prossimo anno, anche se per ora non filtrano indiscrezioni su possibili candidature. Alle ultime amministrative Lauria mancò per un soffio lâelezione di un secondo consigliere, finito proprio al Movimento 5 Stelle per una quarantina di preferenze (il conto sui resti premiò Silvia Cina). Per una lista esordiente lâintesa con lâex aennino potrebbe quindi assicurare una chance piĂš concreta di raggiungere lo scranno consiliare in via Roma.
Cosa succede, intanto, nelle file del centrodestra? La settimana scorsa, in visita nel capoluogo della Granda per un impegno giudiziario, Matteo Salvini ha spiegato che il âdossier Cuneoâ è giĂ sulle scrivanie romane. Al pari di Torino, la cittĂ dei sette assedi non ha mai visto una giunta di centrodestra da quando esiste lâelezione diretta del sindaco: curioso primato per un luogo di solidissime tradizioni democristiane, specie considerando che nel frattempo il forzaleghismo ha espugnato perfino arcigne roccaforti rosse come Bologna e Sesto San Giovanni, un tempo âStalingrado dâItaliaâ. Il capoluogo paga la distanza dai centri decisionali dei partiti, piĂš che mai spostati verso la pianura - nel caso della Lega con Bergesio e dei Fratelli dâItalia con il dominus âombraâ Crosetto - o lâAlbese (Forza Italia, almeno fino a quando Alberto Cirio resterĂ nel partito del Cavaliere). Non è un caso se, in mancanza di una solida classe dirigente cittadina, il candidato sindaco della coalizione non è mai stato scelto tra i consiglieri comunali. La tradizione del âpapa stranieroâ potrebbe riproporsi anche il prossimo anno se è vero che il piĂš accreditato resta a tuttâoggi il capogruppo regionale di Fratelli dâItalia Paolo Bongioanni, villanovese dâorigine. AvrĂ anche lui, come i suoi predecessori âciviciâ e politici, un nemico da cui guardarsi a destra?
Andrea Cascioli

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