La sindaca di Merano rifiuta la fascia, il Comitato 10 Febbraio: “Dia le dimissioni”
Il presidente provinciale Denis Scotti chiede ai consiglieri cuneesi di “condannare questa grave mancanza di rispetto verso l’identità nazionale”Riceviamo e pubblichiamo:
Le recenti e, a parere di molti, pretestuose giustificazioni addotte dalla neo Sindaca di Merano per la sua decisione di non indossare la fascia tricolore rappresentano un affronto non solo al simbolo stesso della Repubblica Italiana, ma anche alla memoria di coloro che, con sacrificio estremo, hanno difeso i confini nazionali entro i quali oggi la Signora Sindaca esercita la sua carica. Questo gesto, lungi dall'essere una mera formalità trascurabile, appare come una deliberata sfida a quei valori di unità e appartenenza che la fascia tricolore incarna.
Non si tratta, purtroppo, di episodi isolati in quelle zone di confine, dove manifestazioni di ostilità verso l'italianità si sono verificate in passato, rendendo ancor più arduo accogliere con benevolenza le scuse, seppur timide, che sono state espresse. Proprio in questi giorni, la scomparsa di una figura emblematica come Nino Benvenuti, non solo un campione mondiale di pugilato ma anche un fiero rappresentante dell'italianità e un esule istriano, ci ricorda con forza le sofferenze patite da coloro che furono costretti ad abbandonare le proprie case e la propria terra.
Le battaglie di Benvenuti e di tutti gli esuli istriani, fiumani e dalmati, le tragiche vicende che hanno segnato le loro vite, non possono e non devono lasciarci indifferenti. Gli esuli vengono definiti "italiani due volte" proprio perché la loro identità nazionale è stata forgiata non solo dalla nascita, ma anche dalla ferma volontà di rimanere italiani, una scelta coraggiosa che li spinse a fuggire da una terra che improvvisamente li considerava nemici. Con dignità e fierezza, questi italiani scelsero di ricongiungersi alla loro patria, un'Italia purtroppo sconfitta e mutilata al termine del secondo conflitto mondiale.
Oggi, osservando le immagini provenienti da Merano, non possiamo che rimanere sgomenti e attoniti di fronte a un simile atto di irriverenza istituzionale. “Chi non vuole indossare la fascia tricolore - dichiara con fermezza Denis Scotti, presidente del Comitato 10 Febbraio - può tranquillamente deporla sul tavolo, come ha fatto la Sindaca, e rassegnare immediatamente le dimissioni. Vi è chi ha combattuto e perso la vita per quella fascia, simbolo della nostra nazione; vi è chi ha subito indicibili sofferenze, fino alla morte, per la sola colpa di essere italiano. Ne sono tragico esempio i nostri esuli e tutti i martiri delle foibe, le cui grida di giustizia ancora risuonano dal fondo di quelle caverne dove furono barbaramente gettati. Molti di loro sono ancora dispersi, inghiottiti dall'oblio. Furono uccisi unicamente perché italiani. Riteniamo doveroso invitare la Signora Sindaco di Merano a porgere le sue scuse più sincere a tutti coloro che, in nome di quella bandiera, simbolo di unità nazionale e di libertà, ogni giorno rischiano la propria vita, servendo lo Stato con onore e dedizione. Quelle terre, d'altronde, non sono nuove a episodi del genere, fortunatamente sporadici. Resta da chiedersi se il consiglio comunale della nostra città, che spesso interviene su questioni di rilevanza nazionale con prese di posizione nette e decise, avrà la volontà e il coraggio di condannare con la stessa fermezza un atteggiamento che appare come una grave mancanza di rispetto verso la storia, i sacrifici e l'identità nazionale”.
Comitato 10 Febbraio Provincia di Cuneo
Presidente Regionale Piemonte Denis Scotti
c.s.

Denis Scotti - comitato 10 febbraio - Merano - Fascia tricolore
commenti
Effettua il login per commentare