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CUNEO - Thursday 20 November 2025, 09:00

Cicatrici: quando la pelle racconta una storia

Appuntamento con la rubrica “Vivi Meglio”, oggi curata dallo staff di ViaLibera Cuneo
Cicatrici: quando la pelle racconta una storia
La parola “cicatrice” deriva dal latino cicatrix, cicatricis, che significa proprio segno lasciato da una ferita guarita. Ogni cicatrice è il risultato del processo di guarigione del corpo che segue una lesione della cute o dei tessuti più profondi a causa di un trauma (taglio, ferita, ustione, eccetera) o di un intervento chirurgico.
 
La guarigione di una ferita, e quindi la formazione di una cicatrice, si compone di diverse fasi, ognuna delle quali influenzerà la qualità del tessuto e l’aspetto della cicatrice nei mesi e negli anni a venire:
 
  •  dai primissimi momenti dopo il trauma inizia la fase di emostasi primaria dove le piastrine creano velocemente un tappo per arrestare il sanguinamento. Terminata l’emergenza, inizia la fase di emostasi secondaria, dove i fattori di coagulazione producono fibrina, ovvero la rete che unisce le piastrine al fine di stabilizzare la riparazione del danno;
  • segue poi la fase infiammatoria che può durare dai 3 ai 5 giorni con comparsa di dolore, rossore, calore e gonfiore (segni tipici dell’infiammazione, fisiologica in questa fase del processo riparativo). In questa fase aumenta la presenza di neutrofili e macrofagi, ovvero le cellule del sistema immunitario atte a eliminare eventuali patogeni;
  • in seguito ha inizio la fase proliferativa che può durare fino a 3 settimane. In questa fase c’è un aumento delle cellule produttrici di collagene (fibroblasti), le quali depositano fibre elastiche (i mattoncini che costituiscono la futura cicatrice) e creano tessuto nuovo, ricco di vasi sanguigni;
  • al termine della fase proliferativa, compare la fase di rimodellamento dove l’eccesso di collagene precedentemente depositato viene gradualmente degradato: via via la cicatrice dovrebbe uniformarsi al resto della pelle.
 
Lo svolgersi di queste fasi permette ai tessuti di essere riparati efficacemente recuperando la funzione, l’integrità e l’aspetto che avevano in precedenza. Al termine della sua evoluzione, quindi, la cicatrice dovrebbe essere chiara, senza rilievi o aumento di volume, uniforme e allo stesso livello della pelle: idealmente non ci si dovrebbe ricordare di averla.
 
Spesso però la cicatrice rimane tutt’altro che invisibile: è possibile che esteticamente sia sgradevole da vedere, che al tatto evochi dolore o fastidio (a volte è difficile anche solo sfiorare l’area cicatrizzata, a causa del disagio fisico o emotivo che riaffiora) o che, pur essendo totalmente silente, alteri la postura di tutto il corpo. Dal punto di vista estetico, si possono generare cicatrici atrofiche (con aspetto depresso e infossato rispetto al resto della pelle), ipertrofiche (ispessite sollevate dalla cute, dure al tocco), o addirittura cheloidi (tumori cutanei benigni che danno prurito e dolore anche a distanza di anni e possono crescere oltre i bordi della cicatrice originali). La disestesia, ovvero la sensibilità alterata di una parte della cute, può essere dovuta a un incompleto recupero della fisiologica innervazione o a complicanze nella guarigione: ecco perché è fondamentale prendersi cura tempestivamente del tessuto in via di cicatrizzazione e mantenerne l’elasticità e la mobilità attraverso il trattamento. La perturbazione che la cicatrice può creare per il sistema tonico posturale va sempre indagata approfonditamente: se il processo riparativo non avviene fisiologicamente, nel tempo si possono instaurare delle vere e proprie restrizioni di mobilità a carico del tessuto fasciale, ovvero della vasta rete di tessuto connettivo che riveste ogni struttura corporea e si approfondisce fino all’interno di ogni singola cellula. Proprio come un nodo in un tessuto, la cicatrice ha caratteristiche di elasticità e tensione differenti dal resto del tessuto tegumentario e può comportarsi come una spina irritativa per la postura dell’intero sistema: perturbando il recettore pelle influenza la risposta del sistema tonico-posturale, portando all’assunzione di atteggiamenti scorretti e viziati, alterazioni di carico, alla comparsa di dolore e limitazioni funzionali adattative, anche a distanza dalla cicatrice stessa.
 
Il trattamento della cicatrice varia nel corso delle differenti fasi elencate, e deve essere affidato a personale specificamente formato che sappia come intervenire sia con utilizzo di strumentazione all’avanguardia sia con approccio manuale adeguato e mirato. Un intervento sbagliato o un trattamento fatto in tempi non consoni possono aumentare ulteriormente l’infiammazione e aumentare la fibrosi, inficiando la corretta guarigione. Taglio cesareo, chirurgia addominale (anche in laparoscopia), interventi ortopedici, chirurgia plastica, estetica e ricostruttiva e ustioni sono solo alcuni esempi di cicatrici che vanno sempre valutate e trattate tempestivamente, diversificando e adeguando la riabilitazione alle diverse fasi di guarigione.
 
Ovviamente il processo di guarigione può dipendere da diversi fattori come per esempio l’entità e la zona del trauma, la tipologia della sutura chirurgica (filo riassorbibile, filo di nylon o graffette), le eventuali complicanze batteriche e chirurgiche e la genetica del paziente, ma il terapeuta formato è in grado di tenere conto anche di questi fattori nello strutturare il trattamento.
 
È importante quindi prendersi cura di ogni cicatrice sin dai primi giorni per migliorare non solo l’aspetto estetico ma anche per limitare le aderenze, le zone di fibrosi e l’integrazione nel sistema fasciale. Vialibera ha strutturato un percorso di valutazione posturale dell’influenza delle cicatrici, di riabilitazione delle cicatrici posturalmente attive e di trattamento estetico dei tessuti cicatriziali. Lunedì 24 novembre alle ore 20.30 si terrà a Vialibera una serata informativa gratuita sul trattamento delle problematiche relative al core addominale e al pavimento pelvico, inclusi gli esiti cicatriziali: per partecipare è sufficiente prenotarsi ai nostri recapiti.
 
L'articolo è stato redatto da Valentina Guglielmo, professioniste di Vialibera. Il denominatore comune dello staff di Vialibera è la formazione universitaria seguita da percorsi di specializzazione nei differenti settori. Il continuo e costante aggiornamento crea una rete di figure complete e all’avanguardia per la presa in carico della persona in modo totale.
 
Per approfondimenti potete rivolgervi allo staff di Vialibera ai seguenti contatti: sui social: vialibera_cuneo - indirizzo Via Virginio Allione 2, Cuneo - email [email protected] - tel. 393 9876450.
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Tag:
ferite - vialibera - Cicatrici
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