Come sta l'ambiente piemontese?
L'Arpa ha pubblicato il consueto rapporto annuale redatto in collaborazione con la Regione: tutti i dati su suolo, aria, acqua ed ecosistemiCome sta l’ambiente piemontese? A scattare una “fotografia” è stata la consueta relazione redatta da Arpa in collaborazione con la Regione, presentata il 3 giugno: un documento che analizza le condizioni ambientali del territorio regionale e allo stesso tempo illustra le politiche e le azioni intraprese nel corso dell’anno.
Ad illustrare i dati ambientali è stato il direttore generale di Arpa Piemonte Secondo Barbero: "La raccolta, l’analisi e la divulgazione da parte dell’Agenzia dei dati su suolo, aria, acqua ed ecosistemi consentono di fornire risposte tempestive ed accurate alle sfide ambientali che la nostra regione affronta. Il rapporto rappresenta uno strumento fondamentale non solo per le istituzioni ma anche per i cittadini che possono così essere informati e sensibilizzati sui temi cruciali come il cambiamento climatico, l’inquinamento atmosferico, la gestione dei rifiuti. Il nostro impegno è anche orientato alla promozione di politiche ambientali efficaci, attraverso la consulenza tecnica alle amministrazioni regionali e locali, supportando la costruzione di strategie e piani di intervento per affrontare le emergenze ambientali e migliorare la qualità della vita. Arpa rappresenta un interlocutore attivo nel processo decisionale, collaborando con tutte le parti interessate per costruire un futuro più sostenibile”.
La qualità dell’aria
Prosegue nel 2024, per quanto riguarda la qualità dell’aria, un trend di miglioramento già osservato negli anni precedenti: le concentrazioni degli inquinanti sono state in media le più basse di tutta la serie storica di misura, sia per il particolato PM10 che PM2.5.
Si sono ridotti anche il numero di giorni di sforamento del particolato PM10, con superamenti del valore limite per la concentrazione media giornaliera in alcune stazioni urbane, prevalentemente di traffico, nella Città Metropolitana di Torino e nella stazione urbana di traffico di Asti e Alessandria. “Nei primi cinque mesi del 2025 i valori rispetto ai parametri di legge delle polveri sottili PM10 risultano essere i migliori degli ultimi anni”, aggiunge l’Arpa.
Per quanto riguarda il biossido di azoto, solo in una sola stazione, quella di traffico urbana di Torino–Rebaudengo, non è stato rispettato il valore limite per la media annua. Ad eccezione di questa, si registra una marcata riduzione delle concentrazioni misurate in tutte le stazioni di monitoraggio, anche se permane il non rispetto su tutto il territorio del valore obiettivo per la protezione della salute umana. Un dato che rispecchia l’andamento nazionale dove solo il 16% (55 stazioni su 343) delle stazioni presenti in Italia ha rispettato l’obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana.
Precisa l’Arpa: “A proposito occorre mettere in atto azioni a breve-medio termine che riducano ulteriormente le emissioni, anche in vista della nuova Direttiva europea, che entrerà in vigore dal 2030 e prevede livelli più stringenti degli attuali anche nelle zone dove attualmente i limiti di legge sono rispettati”. Si legge ancora nella relazione: “Nel dicembre 2024 è stato approvato il nuovo Piano regionale per la Qualità dell’Aria (PRQA2024) che tiene conto dei significativi cambiamenti del contesto di riferimento che sono stati apportati non solo dalle iniziative economiche e regolamentari assunte dalla Regione, ma anche dall’approvazione ed emanazione di nuovi piani e strategie europee, statali e regionali”.
Il clima del 2024
In Piemonte il 2024 è stato il quarto anno più caldo dopo il 2022, il 2023 e il 2015 (la serie storica delle rilevazioni inizia nel 1958). La temperatura media annuale è risultata pari a circa 11 °C, superiore di 1.1 °C rispetto al periodo climatico di riferimento (il trentennio 1991-2020, avente una media climatica di circa 9.9°C). La precipitazione cumulata è stata di 1495.7 mm, con un surplus pluviometrico di 466,2 mm (pari al 45%) nei confronti della media climatica del trentennio 1991-2020, posizionandosi al 2° posto dopo il 1977 tra gli anni più piovosi valutati a partire dal 1958. Combinando le anomalie standardizzate di temperature e precipitazioni il 2024 è risultato il più caldo e umido della serie storica. Gli episodi di foehn annuali sono risultati 71, poco superiori ai 66 medi del periodo 2000-2020.
Scrive l’Arpa: “L’aumento delle temperature registrato negli ultimi decenni evidenza la necessità di adottare misure efficaci per proteggere e prevenire gli effetti del riscaldamento globale. L’emergenza richiede l'implementazione di soluzioni innovative per mitigare e adattare gli spazi urbani ai nuovi scenari climatici, migliorando la resilienza delle città e proteggendo la salute delle persone. A questo scopo nel 2024 Arpa ha realizzato una mappatura delle aree urbane (https://webgis.arpa.piemonte.it/portal/apps/experiencebuilder/experience/?id=5690a0f14ff7433e8ff8433ffa240254) più sensibili agli effetti delle isole di calore attraverso la zonizzazione climatica delle aree urbane e la modellazione meteorologica del fenomeno. Inoltre ha aggiornato il sistema di allarme Heat Health Watch Warming System (https://webgis.arpa.piemonte.it/aria_piemonte) per le ondate di calore della Regione Piemonte, rendendolo più efficace e di più semplice comunicazione verso la popolazione”.
Siti contaminati e bonifiche
Arpa Piemonte contribuisce anche alla gestione dei siti contaminati nelle diverse fasi del procedimento, dalla verifica alla bonifica. I siti censiti sul territorio regionale al 31dicembre 2024 sono 2.109, di cui 857 con procedimento attivo e 1.252 conclusi. Oltre il 44% dei siti presenti in banca dati sono localizzati nel territorio della Città Metropolitana di Torino: questo dato è da rapportare all’estensione, alla concentrazione e alla qualità delle attività insediate nell’area; seguono le province di Alessandria e Novara. In provincia di Cuneo si contano 99 siti.
Spiegano dall’Arpa: “Le cause della contaminazione possono essere imputate principalmente alla cattiva gestione di impianti e strutture, alla scorretta gestione di rifiuti e ad eventi accidentali. Sui siti con procedimento di bonifica si svolgono o si sono svolte principalmente attività industriali, di distribuzione carburante o di gestione rifiuti; considerando le attività commerciali prevalgono i siti in attività mentre per quanto riguarda le attività industriali il numero di siti in attività è di poco superiore a quello dei siti dismessi”.
"I siti contaminati rappresentano uno dei fattori antropici che possono influenzare lo stato delle acque sotterranee: la contaminazione presente nel suolo può infatti determinare un impatto sulle acque attraverso l’infiltrazione delle acque meteoriche, la presenza di vie preferenziali nel terreno o il dilavamento da parte della falda. “Le tipologie di inquinanti maggiormente rilevati nella matrice acque sotterranee sono rappresentate dagli idrocarburi, seguita in pari misura dai contaminanti inorganici e dai contaminanti inorganici più solventi”, fa sapere l’Arpa.
Amianto
Tra i siti contaminati di interesse nazionale (SIN) due sono legati alla presenza di amianto: Balangero (TO) riguarda la disponibilità in natura dell’amianto ed era sede della più grande miniera di amianto in Europa; Casale Monferrato (AL), come noto, era sede dello stabilimento Eternit presso il quale l’amianto veniva lavorato.
Arpa Piemonte ha seguito tutte le principali operazioni di bonifica dei siti contaminati da amianto, effettuando campionamenti per la caratterizzazione iniziale dei siti, durante i lavori di bonifica e nella fase di restituibilità. I laboratori di Grugliasco e Casale dispongono delle più aggiornate tecnologie disponibili per l’analisi dell’amianto, microscopia ottica in fase di contrasto e microscopia elettronica a scansione. A partire dal 2024 Arpa Piemonte svolge anche attività di qualificazione per i laboratori per le analisi ed i campionamenti di amianto, al fine di poter essere riconosciuti come Centri di Riferimento Regionali.
Si legge nel rapporto dell’Arpa: "L'amianto rappresenta una problematica ambientale e sanitaria di particolare rilievo in diverse aree e per questo fin da 2004 in Piemonte la Regione e l'Arpa sono impegnate, nel processo di mappatura della presenza di amianto naturale e antropico sul territorio i cui risultati sono pubblicati sul Portale amianto".
Dal 2013 è stata avviata la mappatura delle coperture contenenti amianto. Attualmente le coperture censite sono quasi 70 mila, con una presenza maggiore nelle province di Torino ed Alessandria. Nel 2024 sono proseguite le attività per la bonifica dei siti orfani, oggetto di una specifica misura del PNRR, Misura M2C4 - Bonifica del "suolo dei siti orfani", finanziato dall’Unione europea – Next Generation EU.
Nel 2022, con decreto del Ministero della Transizione Ecologica, è stato approvato il Piano d'azione per la riqualificazione dei siti orfani. Le risorse messe a disposizione per il territorio regionale piemontese sono pari a 36,6 milioni di euro e sono utilizzate per la realizzazione di interventi su una dozzina di siti orfani. Nel corso del 2024 sono stati approvati gli Accordi di Programma per la realizzazione degli interventi, il cui completamento è previsto entro il primo trimestre 2026.
a.d.

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