Salute e prevenzione: "Gli uomini meno attenti delle donne. Dobbiamo invertire questa tendenza"
Giovedì sera al circolo 'L Caprissi di Cuneo l'evento organizzato da L'Albero dell'Amicizia: focus su malattie cardiovascolari, urologia e benessere muscolo-articolare“Salute uomo - Prevenzione e diagnostica al maschile”. Questo il titolo dell’evento che si è svolto ieri sera, giovedì 22 maggio, al circolo ‘L Caprissi di Cuneo. La serata è stata organizzata dal gruppo “L'Albero dell’Amicizia” ed è stata dedicata ai temi riguardanti nello specifico la salute degli uomini, statisticamente meno propensi ad ascoltare il proprio corpo e tendenti a prestare meno attenzione alla prevenzione.
Proprio su questo tema si è focalizzato l’intervento del presidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale Luigi Icardi, che ha parlato dopo i saluti iniziali del “padrone di casa”, il presidente del circolo Franco Civallero: “Gli uomini tendono a fare meno prevenzione delle donne, ce lo dicono i dati, per tanti motivi: psicologici, culturali, socioeconomici. Noi dobbiamo cercare di correggere questa tendenza”.
Quali i motivi di questa differenza tra donne e uomini? Molteplici, spiega Icardi: “C’è meno informazione, manca quel passaggio padre-figlio che invece c’è tra madre e figlia. Spesso gli esami sono invasivi e fastidiosi, in zone delicate. In più, nella nostra cultura la donna è considerata la ‘guardiana' della salute della famiglia, mentre l’uomo per reazione legge come debolezza l’ascolto dei segnali del proprio corpo. Spesso gli uomini hanno comportamenti meno virtuosi, anche questo ce lo dicono i dati”.
Icardi ha poi parlato dell’impegno e delle iniziative della Regione Piemonte nel campo della prevenzione. Su tutte il programma Prevenzione Serena, che si rivolge anche agli uomini per quanto riguarda lo screening per il tumore colon-retto: “Aderisce solo il 60% degli uomini. È un dato tra i più alti in Italia, ma è ancora troppo basso: significa che il 40% degli uomini ignora la lettera che arriva dalla Regione”.
E poi c’è un tema che Icardi ha definito “drammaticamente di attualità”, quello legato alla salute mentale: “I problemi di questo genere sono esplosi dopo la pandemia. Hanno un impatto devastante sulla qualità della vita, nei giovani ma anche negli adulti”.
Malattie cardiovascolari
A seguire l’intervento del dottor Dimitri Apostolou, chirurgo vascolare al “Santa Croce”, che ha fornito un approfondimento sulle malattie cardiovascolari, ad oggi prima causa di morte a livello mondiale: “Problemi come aneurismi e placche nei vasi sanguigni spesso sono totalmente asintomatici, per questo molte volte è difficile convincere il paziente a fare un intervento. Si ha molta più paura dei tumori, che in realtà sono molto meno letali”.
Le malattie del sistema circolatorio causano circa 220 mila morti all’anno in Italia. Si tratta di problemi legati strettamente all’invecchiamento, in un quadro generale in cui la popolazione è sempre più anziana: nel 2020 in Italia gli over 65 rappresentavano il 23,3% della popolazione, nel 2100, secondo le proiezioni attuali, saranno il 36,3%. “Ci saranno sempre più malattie cardiovascolari da curare”, ha detto il dottor Apostolou.
“Sono malattie che riducono l’aspettativa di vita e che comportano un costo elevato per la società (in Italia si parla di circa 20 miliardi di euro all’anno, ndr). Il detto ‘Prevenire è meglio che curare’ vale sempre, ma in questo caso di più: la prevenzione costa molto meno della cura”, ha proseguito il dottore.
Molti dei fattori di rischio sono “controllabili” in quanto collegati a comportamenti e stile di vita: fumo, obesità, sedentarietà, ipercolesterolemia: “Curando i fattori di rischio si aumenta anche l’esito della terapia. - ha precisato il dottor Apostolou - I fumatori in Italia sono cresciuti del 2% dopo la pandemia, con aumento anche nei giovani. In italia circa 5 mila infarti all’anno sono legati al fumo passivo. È importante anche la sensibilizzazione sulla riduzione del consumo di sale e zuccheri. Oggi consumiamo a livello globale il doppio del sale che dovremmo consumare ogni giorno”.
La salute urologica
Si è poi parlato di salute urologica nell’adulto con il dottor Ettore Dalmasso, urologo del “Santa Croce”. In particolare, sono stati approfonditi i temi legati al tumore prostatico, a quello della vescica e a quello dei testicoli.
“Tra i primi cinque tumori più frequenti in Italia due sono urologici, cioè prostata e vescica”, ha spiegato il dottor Dalmasso.
Il tumore prostatico è il più frequente nell’uomo: in Piemonte ci sono circa 120 casi all’anno ogni 100 mila abitanti. Secondo i dati emersi da alcune autopsie, oltre il 50% degli uomini over 70 ha qualche forma di tumore prostatico, anche non conosciuto. “Gli impatti sono su qualità della vita, sopravvivenza e spesa sanitaria”, ha detto il dottore.
I fattori di rischio maggiori non sono prevedibili e controllabili: invecchiamento, etnia (è più frequente nelle persone africane o di origine africana), familiarità. Non ci sono quindi particolari raccomandazioni sulle norme comportamentali per ridurre il rischio. “Per questo diventa ancor più importante la prevenzione attraverso gli screening”, ha spiegato il dottor Dalmasso.
Il tumore alla vescica ha invece molti fattori di rischio controllabili: tra questi il fumo e l’esposizione professionale ad alcune sostanze (lavoratori della gomma, vernici, asfalto).
È un tumore che dà dei sintomi: nell’80-90% dei casi si presenta con sangue nelle urine. “Questo favorisce la diagnosi precoce, che aumenta la probabilità di sopravvivenza e permette trattamenti non invasivi”, ha detto il dottore.
Anche per il tumore del testicolo, infine, i fattori di rischio sono poco modificabili: “È un tumore che sorge spesso tra i giovani, il picco è tra i 15 e i 35 anni. Non si può fare molto per prevenirlo, ma ha un tasso di sopravvivenza altissimo, sopra il 95%”. Il dottor Dalmasso ha portato l’esempio del ciclista Lance Armstrong: “Fu colpito da tumore al testicolo, con metastasi a polmone e cervello. Guarì e tornò a correre, vincendo sette Tour de France. Gli vennero poi revocati per questioni di doping, ma non c’è dubbio sul fatto che era guarito perfettamente”.
In questo caso la miglior prevenzione è l’autopalpazione: quando si notano palline o noduli, è consigliabile rivolgersi a un professionista per un esame più approfondito.
La salute muscolo-articolare
L’ultimo intervento è stato quello di Emanuele Bessone, fisioterapista e osteopata, che ha parlato di prevenzione dei dolori e dei problemi muscolo-articolari nelle varie fasi della vita. Un modo non solo per evitare infortuni, ma anche per mantenere efficienza e benessere del corpo, la nostra “struttura portante”.
"Ci sono tre tipi di prevenzione: quella primaria, per prevenire i problemi; quella secondaria, per intercettare i segnali; quella terziaria, per limitare i danni di un problema già presente”, ha detto Bessone.
Tra i fattori di rischio non solo la sedentarietà, ma anche i sovraccarichi, un recupero insufficiente, posizioni “squilibrate” tenute per tempi prolungati, per esempio al lavoro. Bessone ha anche sottolineato l’importanza dell’idratazione: “Tutti noi beviamo troppo poco, e la nostra struttura richiede acqua”.
Un movimento regolare e sano è importante in tutte le fasi della vita, anche dopo i 65 anni: “A questa età diventa fondamentale la camminata quotidiana: basta mezz’ora tutti i giorni, è utile sia dal punto di vista fisico che mentale. È un lavoro completo senza sovraccaricare il corpo”.
“La prevenzione è una mentalità, non una tecnica. Serve intervenire prima del dolore, imparando ad ascoltarsi. Il movimento è la vera medicina”, ha concluso il fisioterapista e osteopata.
In chiusura spazio alla testimonianza di Luca Cavallera, giovane cuneese che per alcuni problemi di salute ha “toccato con mano” l’importanza della prevenzione: “Mi ritengo fortunato a vivere in Piemonte, qui ho trovato ospedali e dottori qualificati. Sono stati bravi”.
Andrea Dalmasso

Uomo - Salute
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