“’Non sei abbastanza brava’: mia figlia rifiutata dalla scuola di pallavolo, ora non vuole più giocare”
La riflessione di una mamma di Cuneo su quanto accaduto alla ragazzina, dopo sei anni di allenamenti: “Ma lo sport non significa per forza vincere”Riceviamo e pubblichiamo:
Lo sport come educazione è un approccio che utilizza l’attività fisica per promuovere la crescita psicofisica, sociale ed emotiva degli individui, insegnando il rispetto per le regole e gli altri, la disciplina, la gestione delle vittorie e sconfitte, l’autostima e la capacità di superare i propri limiti. È una “palestra di vita” che insegna il valore della fatica, della costanza, del lavoro di squadra e della responsabilità, contribuendo a formare cittadini più completi e consapevoli.
Lo sport è importante, ce lo ripetono di continuo medici, psicologi, pedagogisti, insegnanti. Insegnare ad un bambino ad amare uno sport è una grande vittoria. Succede però che a volte tutto questo impegno e questa fatica vengano vanificati in pochi secondi.
Porto alla vostra attenzione ciò che è accaduto in una scuola di pallavolo di Cuneo, quando una ragazzina, dopo 6 anni di assidua frequenza, anni di fatiche, di impegno, di costanza... si è sentita dire (a corso già iniziato dopo soli 3 allenamenti) che dalla settimana successiva non si sarebbe più dovuta presentare, perché era bravina, sì, ma quest'anno si erano iscritte ragazze più forti di lei...
Non entrerò nel merito di cosa si intende per “bravo”, soprattutto perché non stiamo parlando di squadre di categoria, pertanto già trovo questa frase a dir poco ridicola. La cosa che mi preme far notare è che questo discorso, al posto che essere fatto ai genitori dell’interessata, spiegando più o meno quali fossero le motivazioni, è stato fatto direttamente alla ragazzina, ragazzina che frequenta le scuole medie... quasi ancora una bambina, creando una situazione difficile da superare.
Imbarazzo, delusione, vergogna... ma la cosa peggiore è che hanno fatto sì che questa ragazzina abbia deciso di non giocare più a pallavolo e non far più parte di alcuna squadra. Ecco, il mio è un appello a chi fa questo per lavoro. Lo sport non significa per forza vincere, lo sport è inclusione, lo sport è educazione… e la sensibilità è alla base di ogni rapporto umano.
S.D.

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