Intervista a Emiliano Cortellazzi
Il capitano del VBC Mondovì tra presente e futuro...31 anni compiuti l’aprile scorso, cuneese doc, Emiliano Cortellazzi è da questa stagione il capitano del VBC Mondovì, squadra capoclassifica a quota 13 punti (insieme con Brescia) nel Girone Blu, dopo 6 giornate. Come tutto il team di Mauro Barisciani, anche Cortellazzi ha iniziato alla grande il campionato di A2 2016/2017: su 24 set giocati ha collezionato ben 28 punti (16 dei quali in attacco), oltre 6 aces ed altrettanti muri. E per un palleggiatore non è cosa da poco. Lo abbiamo incontrato tra un allenamento e l’altro. In questa chiacchierata “Emi” ci racconta del clima sereno e disteso che si respira in quella che definisce “la grande famiglia del VBC”. Quella famiglia che resta concentrata sull’obiettivo salvezza, con lo sguardo rivolto unicamente alla sfida di domenica prossima, quando al PalaManera (ore 18), arriverà la Conad Reggio Emilia.
Come state vivendo questo momento esaltante?
“Ottimamente. Essere primi dopo 6 giornate lo vedo come premio per il lavoro fin qui svolto. Non ce lo aspettavamo, ma abbiamo la convinzione di giocar bene. Con la nostra bravura e magari un pizzico di fortuna, eccoci lassù, in cima alla classifica. Ce lo godiamo”.
Si respira aria buona nello spogliaoio…
“Non potrebbe essere altrimenti. Con la serenità di essere ben messi in classifica ci si allena in modo tranquillo. Vincere aiuta, eccome se aiuta!”.
Come vedi il Girone Blu? L’attuale classifica penalizza il potenziale di qualche squadra?
“Secondo me ci sono alcune squadre un pochino più forti di altre: Spoleto, Civita Castellana, o la stessa Castellana Grotte. Per motivi diversi, queste squadre non hanno ancora reso al massimo e ciò fa sì che ci si ritrovi tutti ammassati. A differenza dell’altro Girone, dove la situazione, pur fluida, pare già più definita”.
Sei soddisfatto dell’approccio personale al campionato?
“Diciamo di sì, anche se cose da migliorare ve ne sono sempre. Per esempio, mi vedo un po’ altalenante al servizio: ci sono delle partite, come quella di domenica scorsa con Castellana Grotte, dove mi sento bene e, di conseguenza, riesco a battere come vorrei. In altre, il caso di Grottazzolina, faccio ancora troppa fatica. E’ pur vero che il compito del palleggiatore non è esattamente quello di battere, ma ci tengo a migliorare nel fondamentale. Mi piace sottolineare, invece, che con i miei compagni si è creato da subito un ottimo affiatamento”.
A proposito, cosa significa essere capitano e che compagni sono i tuoi?
“Essere capitano ti dà qualcosa in più. Sai di dover far da collante tra squadra e società, che devi essere sempre l’ultimo a mollare, sai che devi trovare la parola giusta per chi sta vivendo un momento difficile. In campo, o fuori. Insomma, devi imparare ad essere mediatore. Per il momento è stato tutto molto facile. Siamo un gruppo bellissimo, con i nuovi arrivati che, da subito, si sono integrati perfettamente. Credetemi, fare il capitano al VBC Mondovì non è come farlo in qualsiasi altra società: la nostra è una famiglia”.
Come si riesce ad essere famiglia in questo mondo sportivo di professionismo esasperato?
“Per esempio, noi da sempre abbiamo l’abitudine di ritrovarci tutti insieme, giocatori, staff e dirigenti, per una “pizzata” il giovedì sera al termine dell’allenamento. Lì si scherza e chiacchiera anche di situazioni extra sportive. Spesso facciamo le ore piccole, divertendoci con giochi di società. Tutto ciò contribuisce a comprendere cosa significhi “fare gruppo”.
L’allenatore insiste nel dire di non guardare la classifica e pensare sempre solo alla partita successiva. Giusta filosofia, ma è così semplice metterla in pratica?
“Mauro ha perfettamente ragione, perché la classifica è così corta che non ci dobbiamo rilassare un attimo. E’ pur vero che fieno in cascina ne abbiamo messo parecchio, ma l’obiettivo resta quello di salvarci il più in fretta possibile. Solo dopo che avremo raggranellato i punti necessari per la certezza matematica al raggiungimento del traguardo potremo concentrarci su altro”.
E allora pensiamo a Reggio Emilia, prossimo avversario domenica al PalaManera. Che squadra è la Conad?
“Reggio è un squadra da scoprire. Hanno preso un nuovo palleggiatore e, quando cambi il regista, cambia tutto. Inoltre, hanno compiuto innesti con giocatori esperti, molto validi per la categoria. Vedo la Conad al nostro livello: esattamente quanto noi, intendono raggiungere al più presto la salvezza. Dunque, prevedo una partita durissima. Certo, giocare in casa ci infonde maggior fiducia e a tal proposito voglio lanciare un appello ai nostri tifosi, che ci seguono sempre con tanto affetto: passate parola, anche attraverso amici e parenti. Riempiamo il PalaManera!”.
c.s.
MONDOVÌ