"La Regione sullâabbattimento dei cinghiali ha un atteggiamento imbarazzante"
La dura critica dei vertici provinciali di Cia: "Câè una confusione totale e un continuo rimpallo di responsabilitĂ "Il contenimento della popolazione dei cinghiali, da alcuni mesi è un problema di nuovo tornato fortemente alla ribalta. Infatti, gli ungulati sono portatori di un virus - la peste africana - che possono trasmettere ai suini. Provocandone il contagio e la morte. Lâarea dellâinfezione e quella confinante nel raggio di 10 chilometri è stata circoscritta a numerosi Comuni della provincia di Alessandria, ad alcuni della provincia di Asti e della Liguria e a quattro in Alta Langa, nella provincia di Cuneo. Pur temendo un ampliamento della zona anche ad altre regioni italiane. Come è accaduto con il cinghiale infetto trovato nella Riserva Naturale dellâInsugherata, alla periferia di Roma.
Ma la peste suina africana è solo la punta dellâiceberg di una questione che si trascina ormai da anni, essendo frutto della Legge nazionale 157 del 1992 che considera la fauna selvatica proprietĂ dello Stato e indica la quantitĂ modesta prelevabile da parte dei cacciatori. Però, negli ultimi decenni, i danni ingenti prodotti dai cinghiali alle colture agricole sono allâordine del giorno. A cui si aggiungono i sempre piĂš frequenti incidenti stradali provocati dagli animali. Quindi, non è solo un problema del mondo rurale. Da molto tempo la Cia chiede provvedimenti chiari per lâabbattimento dei cinghiali. Secondo il Ministero della Salute un depopolamento efficace si raggiunge con lâeliminazione del doppio di esemplari rispetto allâanno precedente: quindi in Piemonte nel 2022 dovrebbero essere 50.000. A metĂ marzo la Regione ha individuato i soggetti abilitati allâabbattimento degli ungulati e la provincia di Cuneo ha avviato le procedure per costituire lâalbo degli stessi. Ma a distanza di un mese e mezzo mancano quasi tutti gli strumenti attuativi delle misure previste.
La dura critica del presidente di Cia Cuneo, Claudio Conterno
Tuona il presidente di Cia Cuneo, Claudio Conterno: âCâè una confusione totale e un continuo rimpallo di responsabilitĂ tra lo Stato, la Regione, la Provincia, gli Ambiti Territoriali di Caccia e i Comprensori Alpini: gli ultimi due che hanno il compito di gestire lâattivitĂ venatoria sul territorio della âGrandaâ. Si capisce nulla e nessuno sa spiegarti come sia realmente la situazione. Ma sullâabbattimento dei cinghiali è lâatteggiamento della Regione Piemonte quello piĂš imbarazzante, perchĂŠ dĂ ragione a tutti - agricoltori, veterinari, cacciatori, animalisti - senza avere unâidea precisa di cosa fareâ.
Poi, Conterno lancia un appello: âCaro presidente Cirio, cari assessori allâAgricoltura, Protopapa, e alla SanitĂ , Icardi, cari funzionari, venite a vedere la
situazione nei campi diventata insostenibile per gli agricoltori. Il mondo rurale è ormai esasperato. E allora dovete prendere delle decisioni chiare, lineari e certe sulla questione. PerchĂŠ la fauna selvatica è di proprietĂ dello Stato, quindi anche della Regione e, di conseguenza, anche vostra, cari Cirio, Protopapa e Icardi, che siete stati votati e il Piemonte lo governateâ. La critica del presidente continua: âDei cinghiali ne stiamo discutendo da decenni. Da mesi si parla solo piĂš di quegli animali. Tutte le mattine câè qualche collega che mi racconta il problema che ha dovuto affrontare. I danni prodotti vengono, e neanche sempre, risarciti in minima parte. E, poi, sono fatti a macchia di leopardo: una pianta rovinata qua, lâaltra lĂ , il terreno calpestato in varie parti. Quindi, diventano difficili da quantificare. Qualsiasi cittadino se provoca un danno a unâaltra persona lo paga di tasca sua. Facciano cosĂŹ anche lo Stato o le Istituzioni del territorioâ.
Ribadisce ancora Conterno: âAdesso basta. Il nostro mestiere è produrre e parlare magari delle crisi che attanagliano le aziende agricole e non di cinghiali. Chiedo alle Istituzioni: dobbiamo avviare delle cause legali per risolvere in modo definitivo la situazione? E allora prendete delle decisioni. Non ha importanza se saranno a favore dellâabbattimento dei cinghiali oppure no. Ma prendetele. Poi ci comporteremo di conseguenza. Però, almeno avremo una strada da percorrere e non dovremo fare i conti con lâimmobilismo di decenniâ.
Marco Bellone, vicepresidente Cia Cuneo: âGli Ambiti Territoriali di Caccia e i Comprensori Alpini spesso anticipano i soldi dei danni causati dalla fauna selvatica agli agricoltori, che la Regione versa con 3-4 anni di ritardoâ
Marco Bellone, vicepresidente provinciale Cia Cuneo, è il rappresentante dellâorganizzazione agricola allâinterno del Consiglio del Comprensorio Alpino Cn4 e Cn5, che ha il compito di gestire lâattivitĂ venatoria nelle Valli Stura, Gesso, Vermenagna e Pesio. I Comprensori Alpini (Ca) hanno la stessa funzione degli Ambiti Territoriali di Caccia (Atc). Cambia il nome a seconda della zona di competenza sul territorio della âGrandaâ. Dice Bellone: âNei giorni scorsi ho partecipato al Consiglio del Comprensorio di cui faccio parte. Ă stato proposto, per lâennesima volta, di anticipare i soldi dei danni causati dalla fauna selvatica agli agricoltori. Ho votato a favore per non danneggiare i colleghi del mondo rurale, ma come principio sono controâ.
Per quale motivo? âQuei danni li deve pagare la Regione, ma come sempre è in ritardo di 3-4 anni nei versamenti. Una situazione assurda, visto che in Piemonte incassa tutti gli anni dai cacciatori sui 2 milioni di euro di tasse. Sono soldi che dovrebbero servire anche a risarcire gli agricoltori e non finire nel calderone del bilancio regionale. In questo modo gli Atc e i Ca si devono indebitare. Al contrario, se non decidessero di anticipare i risarcimenti, funzionerebbero beneâ.
c.s.

Cia
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