Camminata degli otto piloni in Val Vermenagna
Montagna
Questo interessante itinerario si svolge lungo il suggestivo spartiacque tra le Valli Vermenagna e Colla, lungo la panoramica dorsale ricca di ricordi storici.
Durante il nostro percorso sorgono alcuni piloni votivi eretti nel corso degli anni dalla gente del posto sia per devozione che a ricordo di un evento accaduto in passato, oppure per segnalare una cima o un incrocio, o ancora in segno di protezione dei viandanti. Una volta giunti a Roccavione, oltrepassiamo il casello della ferrovia verso la vecchia via di Boves, nei pressi della cava della Cima Dormiosa, e imbocchiamo una stradina asfaltata sulla destra che si inoltra nel fondovalle attraversando la regione detta “Imperiale”. Qui, infatti, la tradizione vuole che transitasse la romana via Domizia o Imperia che da Pedona (Borgo San Dalmazzo) si dirigeva verso il mare valicando il Monte Cornio, l’attuale Colle di Tenda. Dopo aver parcheggiato su una piazzuola a destra, in pochi minuti arriviamo a Tetto Sales (650 m.). Al centro di questo piccolo nucleo di case, sulla parete di una vecchia abitazione, vi sono due affreschi: Madonna del Rosario tra i Santi Antonio e Giuseppe e San Grato. Seguiamo le indicazioni per Bric Berciassa, Colletto del Moro, Pra del Soglio svoltando sulla sinistra; una ripida mulattiera si inerpica tra i castagni. Ignoriamo una traccia sulla sinistra che conduce alla Cima Dormiosa (questa modesta cima ricorda la storia e le azioni belliche dell’estate 1794 tra le truppe francesi e piemontesi) e proseguiamo sul sentiero principale che si eleva fino ad una sella. Tenendo la destra arriviamo al Pilone detto dell’Arnostia o Renostia (905 m., 40 minuti), dal quale godiamo di un punto panoramico eccezionale su Roccavione, Borgo San Dalmazzo, Cuneo, la catena montuosa dalla Bisalta e il Monte Matto. Ritorniamo in pochi minuti sul nostro percorso e proseguiamo nel bosco di castagni; dopo alcuni tornanti il sentiero conduce sul costone coperto di arbusti di erica. In vetta del Bec Berciassa (962 m.) è stato eretto un piccolo pilone, in una nicchia sono poste le statuette della Madonna e di San Giuseppe. A pochi passi si apre uno stretto e profondo anfratto roccioso: è il “Gab d’la Reina Joana” (Giovanna I d’Angiò regina di Napoli, che morì assassinata in Provenza nel 1382). Molte leggende sono state scritte sulla sua figura, in questa valle e nelle vicine valli della Provenza e Occitane. Sempre seguendo il filo della cresta, tra conifere, larici, cembri, ginepri, scendiamo al Colle della Bercia (896 m.) dove è stato costruito il pilone Sacro, in cattivo stato di conservazione, decorato con la figura di Cristo in Croce tra la Madonna e San Giuseppe. Sul colle transita la mulattiera che collega la Val Vermenagna con Fontanelle e Boves. L’itinerario prosegue a destra, su una pianeggiante mulattiera aggirando un cocuzzolo fino a raggiungere una radura ed un deposito di legna accatastata. Anche qui una mulattiera collega i due versanti; noi proseguiamo su una ripida radura dove si trova ancora un casotto di un vecchio skilift in disuso. Proseguiamo sulla dorsale fino al Pilone della Battaglia (936 m.), di origine antichissima, posto a ricordo di battaglie avvenute nel lontano passato contro i Saraceni, ma che in particolare celebra il luogo della battaglia di Roccavione del 10 novembre 1275 tra il Marchesato di Saluzzo e Ceva; i Provenzali-Angioini di Francia vennero sconfitti. Scendiamo verso sud-est al Colletto Ramonda (920 m.) dove è ubicato il Pilone dedicato a San Grato (protettore contro la tempesta e le alluvioni). Quindi continuiamo il nostro percorso prima a destra poi a sinistra e tra un lieve saliscendi arriviamo al Colletto del Moro (947 m.) dove la rotabile asfaltata collega Robilante con i Cerati di Boves. Il Pilone del Moro è stato restaurato nel 1980. La tradizione lega il nome del pilone e del valico alle bande dei saraceni che nel secolo X invasero il territorio. Proseguiamo per la strada asfaltata che in pochi centinaia di metri ci porta alla Borgata di Malandrè (960 m.) ai piedi della Cima Brusatà, dove sorge la settecentesca Cappella del Santo Nome di Maria. Dopo il piazzale svoltiamo a destra per una sterrata che scende per qualche centinaio di metri fino a Tetto Maccario e, appena prima dell’abitato, svoltiamo in un sentiero in discesa nel bosco. Ci ricongiungiamo poi alla strada asfaltata che scende a Robilante. Il settimo pilone è dedicato a Sant’Antonio Abate, nei pressi di Tetto Cadel, protettore degli animali e contro il fuoco di Sant’Antonio. In fondo alla strada si trova la Cappella di Santa Margherita (678 m.); attraversiamo il sottopassaggio verso Robilante e poi sulla destra costeggiamo la strada e il fiume su una sterrata fino a Tetto Ghigo dove sorge l’ultimo pilone dedicato a San Giovanni, protettore contro la morte in guerra o violenta. Proseguiamo poi fino a Tetto Sales dove chiudiamo l’anello.
Nota: il sentiero che da Tetto Maccario scende nel bosco fino alla rotabile asfaltata per Robilante non è segnalato, bisogna prestare attenzione oppure dal Colletto del Moro è possibile scendere sulla rotabile asfaltata. Il dislivello è di circa 500 metri, con uno sviluppo di 13 chilometri e un tempo di percorrenza di circa 5 ore.
Bellissima e interessante camminata autunnale o primaverile tra boschi, punti panoramici, storia e cultura locale. CUNEO
Durante il nostro percorso sorgono alcuni piloni votivi eretti nel corso degli anni dalla gente del posto sia per devozione che a ricordo di un evento accaduto in passato, oppure per segnalare una cima o un incrocio, o ancora in segno di protezione dei viandanti. Una volta giunti a Roccavione, oltrepassiamo il casello della ferrovia verso la vecchia via di Boves, nei pressi della cava della Cima Dormiosa, e imbocchiamo una stradina asfaltata sulla destra che si inoltra nel fondovalle attraversando la regione detta “Imperiale”. Qui, infatti, la tradizione vuole che transitasse la romana via Domizia o Imperia che da Pedona (Borgo San Dalmazzo) si dirigeva verso il mare valicando il Monte Cornio, l’attuale Colle di Tenda. Dopo aver parcheggiato su una piazzuola a destra, in pochi minuti arriviamo a Tetto Sales (650 m.). Al centro di questo piccolo nucleo di case, sulla parete di una vecchia abitazione, vi sono due affreschi: Madonna del Rosario tra i Santi Antonio e Giuseppe e San Grato. Seguiamo le indicazioni per Bric Berciassa, Colletto del Moro, Pra del Soglio svoltando sulla sinistra; una ripida mulattiera si inerpica tra i castagni. Ignoriamo una traccia sulla sinistra che conduce alla Cima Dormiosa (questa modesta cima ricorda la storia e le azioni belliche dell’estate 1794 tra le truppe francesi e piemontesi) e proseguiamo sul sentiero principale che si eleva fino ad una sella. Tenendo la destra arriviamo al Pilone detto dell’Arnostia o Renostia (905 m., 40 minuti), dal quale godiamo di un punto panoramico eccezionale su Roccavione, Borgo San Dalmazzo, Cuneo, la catena montuosa dalla Bisalta e il Monte Matto. Ritorniamo in pochi minuti sul nostro percorso e proseguiamo nel bosco di castagni; dopo alcuni tornanti il sentiero conduce sul costone coperto di arbusti di erica. In vetta del Bec Berciassa (962 m.) è stato eretto un piccolo pilone, in una nicchia sono poste le statuette della Madonna e di San Giuseppe. A pochi passi si apre uno stretto e profondo anfratto roccioso: è il “Gab d’la Reina Joana” (Giovanna I d’Angiò regina di Napoli, che morì assassinata in Provenza nel 1382). Molte leggende sono state scritte sulla sua figura, in questa valle e nelle vicine valli della Provenza e Occitane. Sempre seguendo il filo della cresta, tra conifere, larici, cembri, ginepri, scendiamo al Colle della Bercia (896 m.) dove è stato costruito il pilone Sacro, in cattivo stato di conservazione, decorato con la figura di Cristo in Croce tra la Madonna e San Giuseppe. Sul colle transita la mulattiera che collega la Val Vermenagna con Fontanelle e Boves. L’itinerario prosegue a destra, su una pianeggiante mulattiera aggirando un cocuzzolo fino a raggiungere una radura ed un deposito di legna accatastata. Anche qui una mulattiera collega i due versanti; noi proseguiamo su una ripida radura dove si trova ancora un casotto di un vecchio skilift in disuso. Proseguiamo sulla dorsale fino al Pilone della Battaglia (936 m.), di origine antichissima, posto a ricordo di battaglie avvenute nel lontano passato contro i Saraceni, ma che in particolare celebra il luogo della battaglia di Roccavione del 10 novembre 1275 tra il Marchesato di Saluzzo e Ceva; i Provenzali-Angioini di Francia vennero sconfitti. Scendiamo verso sud-est al Colletto Ramonda (920 m.) dove è ubicato il Pilone dedicato a San Grato (protettore contro la tempesta e le alluvioni). Quindi continuiamo il nostro percorso prima a destra poi a sinistra e tra un lieve saliscendi arriviamo al Colletto del Moro (947 m.) dove la rotabile asfaltata collega Robilante con i Cerati di Boves. Il Pilone del Moro è stato restaurato nel 1980. La tradizione lega il nome del pilone e del valico alle bande dei saraceni che nel secolo X invasero il territorio. Proseguiamo per la strada asfaltata che in pochi centinaia di metri ci porta alla Borgata di Malandrè (960 m.) ai piedi della Cima Brusatà, dove sorge la settecentesca Cappella del Santo Nome di Maria. Dopo il piazzale svoltiamo a destra per una sterrata che scende per qualche centinaio di metri fino a Tetto Maccario e, appena prima dell’abitato, svoltiamo in un sentiero in discesa nel bosco. Ci ricongiungiamo poi alla strada asfaltata che scende a Robilante. Il settimo pilone è dedicato a Sant’Antonio Abate, nei pressi di Tetto Cadel, protettore degli animali e contro il fuoco di Sant’Antonio. In fondo alla strada si trova la Cappella di Santa Margherita (678 m.); attraversiamo il sottopassaggio verso Robilante e poi sulla destra costeggiamo la strada e il fiume su una sterrata fino a Tetto Ghigo dove sorge l’ultimo pilone dedicato a San Giovanni, protettore contro la morte in guerra o violenta. Proseguiamo poi fino a Tetto Sales dove chiudiamo l’anello.
Nota: il sentiero che da Tetto Maccario scende nel bosco fino alla rotabile asfaltata per Robilante non è segnalato, bisogna prestare attenzione oppure dal Colletto del Moro è possibile scendere sulla rotabile asfaltata. Il dislivello è di circa 500 metri, con uno sviluppo di 13 chilometri e un tempo di percorrenza di circa 5 ore.
Bellissima e interessante camminata autunnale o primaverile tra boschi, punti panoramici, storia e cultura locale. CUNEO