Da Mondovì a Domodossola: “Irragionevole proporre visite sanitarie a 200 km di distanza”
Il consigliere regionale Pd Mauro Calderoni porta in aula il caso di un paziente che attendeva un esame specialistico: “Altro che diritto alla salute”“Altro che diritto alla salute e percorsi di tutela per i pazienti: oggi in Piemonte può capitare che, per una semplice visita specialistica, il Servizio Sanitario Regionale ti mandi a oltre 200 chilometri da casa, senza porsi il problema di chi non ha mezzi o possibilità di affrontare questi spostamenti. È evidente che così si svuota di senso ogni garanzia di accesso alle cure”, lo denuncia il consigliere regionale Mauro Calderoni (PD) a seguito della risposta ricevuta dall’assessore alla Sanità Federico Riboldi a una sua interrogazione sul tema.
Calderoni aveva portato in aula il caso di un paziente residente a Mondovì a cui è stato indicato come sede più vicina per una visita specialistica Domodossola, con oltre 200 km di tragitto e tre ore di viaggio per l’andata. Spiega Calderoni: “Situazioni non isolate che colpiscono in particolare le persone più fragili e rischiano di spingere verso il privato chi non può affrontare viaggi estenuanti”.
“Dalla Giunta, però, nessuna reale presa d’atto del problema. L’assessore si è limitato a ripercorrere normative e regolamenti vecchi di anni e ha ipotizzato, con grande fantasia, ma poca concretezza, la creazione di un servizio di 'trasporto sanitario semplice', una sorta di taxi sanitario per chi deve spostarsi troppo. Un’idea ancora in fase di studio che non risolve il problema di fondo: non si può considerare disponibile una prestazione sanitaria se richiede al cittadino di attraversare mezza regione”, aggiunge Calderoni, che conclude: “Chiediamo che la Regione introduca un criterio di prossimità territoriale chiaro, fissando un limite ragionevole di distanza, ad esempio 50 o 80 chilometri al massimo, oltre il quale la prestazione deve essere garantita con altri strumenti, coinvolgendo anche il privato accreditato locale. Altrimenti il cosiddetto Percorso di Tutela resterà solo sulla carta”.

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