Dronero, la mostra "Paesaggi ritrovati" prorogata fino al 17 ottobre
Un’iniziativa di Associazione Amici di Demonte, Espaci Occitan e L’era granda da un’idea di Mario CorderoLa seconda tappa della mostra “Paesaggi ritrovati” al Museo Mallé di Dronero proroga la sua apertura di altre due settimane per dare modo ai pubblici di varie età di visitare le sale con le due cartelle d’incisioni di Francesco Franco, con testi degli storici Mario Cordero e Piero Camilla, e una serie di scatti di Michele Pellegrino, allestite secondo differenti soluzioni che mettono a vista le carte incise. Tre differenti modalità comunicative - la calcografia, la fotografia e lo studio storico - che si accostano ai medesimi territori delle valli Maira e Stura, e quattro diverse sensibilità accomunate dalla medesima intensità di elaborazione ed amore per il proprio lavoro. La mostra è stata prorogata fino al 17 ottobre, con apertura nei fine settimana (sabato, domenica e festivi), dalle 15 alle ore 19, mentre la terza tappa del tour espositivo al Centro Incontri del Comune di Rittana, sarà posticipata con l’apertura da sabato 23 ottobre (inaugurazione alle ore 16,30) fino a domenica 28 novembre.
La mostra, organizzata dalle associazioni Amici di Demonte, Espaci Occitan e L’era granda, vuol essere un omaggio alla doppia coppia di artisti e storici, che tanto si sono dedicati alla loro terra e allo stesso tempo a queste due valli, piccoli frammenti rispetto alla vastità delle aree di montagna, e allo sforzo che molte comunità alpine stanno compiendo per sopravvivere e rigenerarsi. A metà degli anni ’70, Francesco Franco (Mondovì 1924 – Torino 2018) titolare della cattedra d’incisione all’Albertina di Torino, insieme a Piero Camilla, direttore dell’allora Biblioteca civica di Cuneo, intraprendono come novelli Dante e Virgilio un viaggio lungo la Stura. “Un fiume, una valle, una gente” sottotitola la cartella “La Stura di Demonte” edita nel 1975, risultato artistico e letterario del loro peregrinare
con la matita e la penna in mano. Otto incisioni ad acquaforte ed altrettanti testi stampati su grandi e singoli fogli come le carte HahneMuhle su cui sono state impresse le lastre incise. Una escursione analoga si ripete nel 1989, questa volta in valle Maira, con Mario Cordero a contrappuntare i singoli capitoli del viaggio di
riscoperta dei luoghi filtrati nel segno inciso da Franco che si fa aderente ai pretesti figurali. Il bianco e nero dei paesaggi ritrovati nelle due cartelle calcografiche ha il suo contraltare nelle fotografie di Michele Pellegrino (Chiusa di Pesio, 1934). In oltre cinquant’anni di attività, il paesaggio delle valli Maira e Stura rappresenta un capitolo importante del suo lavoro fotografico di cui sono in mostra un nucleo selezionato di scatti, realizzati dal 1968 al 2017, provenienti dal patrimonio della Fondazione CRC.
L’allestimento del Museo Mallé lascia liberi i fogli incisi e testuali di flottare come drappi o stendardi sulle pareti mentre mantiene serrate in cornici le vedute fotografiche, e ad ogni specifico sia di luogo che di linguaggio, è dedicato uno spazio a sé. S’incomincia con le storie catturate con l’obiettivo di Pellegrino in
corsa con la mutevolezza delle nebbie scese a rendere tenebroso lo skyline delle cime valmairesi e si prosegue con le tavole incise sui medesimi soggetti da Franco, in un ritmo binario tra punti di vista differenti che si ripete con i soggetti della valle Stura.
Un filtro mentale presiede lo sguardo dei due artisti sul mondo che popola le valli - quel prometeico “mondo di rupi” evocato da Cesare Pavese - teso non a rispecchiarlo tal quale ma a ricrearlo sulla base di una misura personale che possa mediare di volta in volta la figuratività dei soggetti e l’astrazione delle forme. La luce, elemento peculiare dell’attività fotografica di Pellegrino, parimenti sostanzia i segni incisi e deposti sui fogli bianchi di Franco che restituiscono lame taglienti di oscurità, brevissime fessure che lasciano scorrere quanto l’occhio dell’incisore ha traguardato e prescelto. La scrittura di Camilla porta in luce le gesta delle genti di montagna, mentre quella di Cordero rilancia a una memoria a fior di labbra, redigendo per ogni luogo attraversato una cronaca puntuale. Le valli Maira e Stura ricevono dagli strumenti incisori, fotografici e testuali un indice di conoscenza che le eleva dal grado di documentazione ordinaria a un livello astorico, attraverso i segni essenziali di Franco e le forme trasfigurate e inquadrate dall’obiettivo di Pellegrino. Alla fine del percorso espositivo scopriamo che
le opere possono essere assimiliate a una serie di ritratti (e autoritratti in certi scatti fotografici) di un mondo miniaturizzato aggrappato a montagne piene di luce, altre volte cupe e minacciose come l’animo umano” (estratto dal testo in catalogo di Ivana Mulatero).
La mostra dal titolo Paesaggi ritrovati offre al pubblico una selezione di circa sedici incisioni originali di Francesco Franco realizzate ad acquaforte e tirate con torchio calcografico a mano; sedici fogli con testi tipografici su carta da incisione firmati da Piero Camilla e Mario Cordero; sedici fotografie scattate da Michele Pellegrino provenienti dall’archivio a lui intitolato e conservato presso la Fondazione CRC. L’iniziativa è realizzata dai promotori: Comune di Demonte, Comune di Dronero, Comune di Rittana, Associazione Amici di Demonte, Espaci Occitan e L’era granda, ed è sostenuta dal contributo della Fondazione CRC e della Regione Piemonte con il patrocinio della Provincia di Cuneo, Unione Montana Valle Stura, Unione Montana Valle Maira.
c.s.
DRONERO Dronero