"Ho colto la voglia di credere ancora nell'uomo e di riavviare la speranza"
Riceviamo e pubblichiamo una lettera di ringraziamento per la serata culturale 'Memoria', svoltasi lo scorso giovedì 29 novembre a Roata Rossi
Riceviamo e pubblichiamo una lettera di ringraziamento per la serata culturale denominata 'Memoria', svoltasi lo scorso giovedì 29 novembre a Roata Rossi.
Metti un giovedì sera, grigio di nebbia e scuro, metti che entri in un piccolo teatro a Roata Rossi e ti accoglie il raggio caldo di alcune lanterne accese, quando fuori cominciano le tante luci agitate di un Natale reso inutile. Allora vedi sul palco un uomo non più giovanissimo, mani da lavoratore e corporatura asciutta di chi frequenta il vento e le pietre, scorgi il suo sguardo alto e luminoso ed osservi vicino a lui i suoi amici, uomini e donne, chi ragazzo e chi meno, ciascuno preparato e competente nel suo ruolo : voce, percussioni, fisarmonica, flauto, clarinetto, arpa. E quell’uomo ti regala parole autentiche, forti, vere, che si trasformano in emozioni e memoria: Plaza de Majo, Auschwitz, Siria, Africa, Italia… dappertutto la violenza dell’uomo ha posto e pone domande. Ma attraverso le sue parole, diventate poesia, ho colto la voglia , quasi fisica, di credere ancora nell’uomo e di riavviare in molti la speranza, in questi tempi scappata a rinchiudersi là, nel vecchio vaso di Pandora. Grazie Bruno.
CUNEO
Metti un giovedì sera, grigio di nebbia e scuro, metti che entri in un piccolo teatro a Roata Rossi e ti accoglie il raggio caldo di alcune lanterne accese, quando fuori cominciano le tante luci agitate di un Natale reso inutile. Allora vedi sul palco un uomo non più giovanissimo, mani da lavoratore e corporatura asciutta di chi frequenta il vento e le pietre, scorgi il suo sguardo alto e luminoso ed osservi vicino a lui i suoi amici, uomini e donne, chi ragazzo e chi meno, ciascuno preparato e competente nel suo ruolo : voce, percussioni, fisarmonica, flauto, clarinetto, arpa. E quell’uomo ti regala parole autentiche, forti, vere, che si trasformano in emozioni e memoria: Plaza de Majo, Auschwitz, Siria, Africa, Italia… dappertutto la violenza dell’uomo ha posto e pone domande. Ma attraverso le sue parole, diventate poesia, ho colto la voglia , quasi fisica, di credere ancora nell’uomo e di riavviare in molti la speranza, in questi tempi scappata a rinchiudersi là, nel vecchio vaso di Pandora. Grazie Bruno.
Lettera firmata
CUNEO 
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