Il cuneese Gian Maria Gramondi tra i talenti under 30 scelti dalla rivista Forbes
Il classe '93 ha fondato "Shop Circle", una start up nata a Londra, ma dal DNA tutto italianoShop Circle è una startup nata a Londra ma dal DNA tutto Italiano. Cuneese e termolese per essere più precisi. Nata poco più di un anno fa, ad aprile 2021, la società è frutto dell’intuizione di due giovani ragazzi, Gian Maria Gramondi (classe ‘93) e Luca Cartechini (classe ‘92), formati nelle migliori università europee, intraprendenti, con le idee chiare e obiettivi ambiziosi: “Diventare il primo operatore di strumenti per il commercio elettronico (The first operator of e-commerce tools n.d.r.)”, che è anche lo slogan che campeggia nella home page del loro sito. Una startup tecnologica che ha creato e selezionato una serie di applicazioni che possono rendere meno complicata la vita dei retailer che si affacciano all’e-commerce. E i numeri descrivono questo fenomeno meglio di qualunque parola: 7 applicazioni, 50mila clienti che li hanno fatti diventare da subito un rapido fenomeno nell’ecosistema Shopify, la piattaforma che abilita il commercio elettronico e oltre 65 milioni di dollari di investimenti. Ma non solo. In appena un anno i due imprenditori digitali sono anche entrati nella classifica di Forbes 2022, tra i giovani under 30 europei da tenere d’occhio. Intercettiamo Gian Maria Gramondi e ci facciamo raccontare da lui come è nata l’idea.
Partiamo dall’inizio: quando è nato Shop Circle?
“Era aprile dello scorso anno. La pandemia globale aveva inaugurato un nuovo comportamento dei consumatori riguardo agli acquisti online. Io e il mio socio cercavamo di far nascere una società che intercettasse il trend di aggregatori dei brand di Amazon, di gran successo in quel periodo. Un mercato che vedevamo però molto saturo. Da lì è nata l’intuizione di variazione al nostro modello di business e di dedicarci alle applicazioni per l’e-commerce, iniziando dall’ecosistema di Shopify. È stato un approccio molto analitico”.
Erano i mesi della terza ondata della pandemia da Covid-19?
“Sì. Eravamo tutti in smart working per il lockdown. Con Luca eravamo in contatto continuo e quando abbia- mo capito che dovevamo dedicarci completamente al nostro progetto, abbiamo lasciato le nostre consolidate carriere. Era il momento giusto per far nascere la nostra startup”.
Come vi siete conosciuti?
“Ci conosciamo dal primo giorno di Università all’ESCP Business School a Londra. Siamo sempre stati in contatto anche dopo gli studi. Abbiamo avuto percorsi professionali differenti: lui nel settore delle banche d’investimento e del Venture Capital, io come consulente aziendale e poi in Amazon”.
Traguardi importanti conquistati in poco tempo. È stato difficile lasciare le vostre posizioni?
“Una scelta non facile. Una sfida, un’opportunità irripetibile, ma era il momento giusto per entrambi. Non c’è un’età giusta per creare e lanciare il proprio progetto imprenditoriale: noi abbiamo colto questa opportunità e ci siamo buttati”.
Come può descrivere la vostra startup?
“Creiamo e sviluppiamo i software più all’avanguardia del settore e-commerce per dare supporto alle aziende che vendono online o che si approcciano per la prima volta a questo settore. I nostri programmi puntano a ren- dere meno complicata la vita dei retailer che si affacciano al digitale. Siamo entrati nella piattaforma Shopify con quelle app, che possiamo considerare le “best-of-the- best”, raggiungendo in poco tempo oltre 50mila clienti che le hanno scaricate”.
E questo in poco più di un anno?
“In realtà per il mercato anglosassone ed americano i tempi sono molto più rapidi di quello che può avvenire in Italia. E se si ha il prodotto giusto si trova più facilmente chi decide d’investire nell’idea”.
A tale proposito, ho letto che avete raggiunto importanti traguardi.
“65 milioni di dollari in differenti round di finanziamento da investitori americani che hanno creduto nella nostra idea. Anzi, inizialmente siamo stati notati da alcuni business angel, investitori privati che individuano le start-up promettenti sia dal punto di vista economico che strategico”.
Lei e Cartechini siete rientrati nella Classifica di Forbes 2022 dei 300 giovani europei, under 30, da tenere d’occhio: talenti che stanno cambiando il mondo attraverso grandi idee innovative.
“Onestamente non sappiamo come sia arrivata la nostra nomination per il settore tecnologico, ma ne siamo onorati. In Israele, oltre un mese fa, c’è stato un incontro promosso proprio da Forbes tra tutti i giovani coinvolti, un’occasione importante per condividere le proprie esperienze”.
Quali obiettivi per il futuro?
“Puntiamo a raggiungere le 20 applicazioni per la fine dell’anno. Abbiamo cominciato in due, oggi siamo in 50 e sempre per la fine del 2022
vorremmo raddoppiare questo numero inserendo nuovi imprenditori e sviluppatori che condividano la nostra missione. Ma soprattutto, vorremmo diventare il prin- cipale operatore di settore per supportare le aziende con i nostri prodotti e creare un ecosistema di applicazioni simile alla suite di software Microsoft per i venditori online”.
Perché il colore verde?
“In realtà la palette di colori e il primo logo lo abbiamo creato da soli. Ci piaceva. E il verde è un colore che rappresenta la positività e l’equilibrio”.
Cosa ha portato di Cuneo nella sua esperienza all’estero?
“I valori, il realismo, quell’umiltà tutta piemontese che non ti fa mai sentire arrivato e ti fa mantenere i piedi per terra nonostante i primi successi raggiunti”.
Torna spesso nella sua città?
“Ogni volta che mi è possibile. Ho la mia famiglia e molti cari amici sono cuneesi. E poi noi di Cuneo siamo molto legati alle nostre radici”.
Chiara Carlini

Gian Maria Gramondi - Shop Circle